un nuovo contesto di pensiero e i "cigni neri" I parte 2° cap.

 

IL NUOVO EDEN

(omissis)

 

In luogo dell’innocenza

fu profuso il senso della felicità;

in luogo di ordine, obbedienza, sacrificio,

si affermò

il rispetto per tutto ciò che era oltre se stesso

nel pensiero, nell’azione,

nel vivere.

Altro solo Dio sa;

quale fu, ad esempio,

la distribuzione

sul vecchio pianeta

ormai non più tale,

dei nuovi abitanti

pur ad esso appartenenti;

quale non fu la loro sorpresa

e la loro reazione

nelle nuove condizioni,

solo Dio sa,

come per ogni altra cosa,

sia così voluto,

senza altra argomentazione.

E’ uno stralcio da una mia poesia di qualche anno fa; ma che cosa diceva, appunto, l’autista libanese Mikhail al servizio del vice primo ministro, a  proposito dei drammatici eventi che stavano per realizzarsi in Libano e sconvolgerlo per sempre, nel giugno del 1982, alle Autorità e a  tutti coloro che avevano le più disparate opinioni, ma nessuna conforme a ciò che poi realmente accadde?

“Dio solo lo sa”

(Il cigno nero – pag.37)

Il CIGNO NERO è, dunque, un evento rilevante altamente improbabile, che può avere connotazioni BENEFICHE o MALEFICHE (ma anche questo è da iscrivere nella relatività dei rapporti umani. Ciò che è “benefico” per me, può non esserlo per il mio vicino, e viceversa).

Ma se ci fermassimo qui, non sarebbe di nessun significato averlo individuato; così come sarebbe stato per gli esploratori  che lo avevano avvistato in natura nei laghi australiani, se si fossero fermati allo stupore iniziale.

E’ buona cosa, quindi, cercare di saperne di più.

A questo scopo, non possiamo prescindere dall’indagare come in un laboratorio, sul mondo fisico, sociale, intellettuale, economico ecc. in cui viviamo; come metterlo in vitro sotto la lente di un microscopio.

Il “cigno nero”, in genere, non ha a che vedere con le condizioni fisiche (e qui si dirà del “mediocristan” e delle situazioni e professioni NON scalabili): in un gruppo di 20 persone, se si esclude (o si aggiunge) il più grasso di tutti (120/130 Kg.?), la media non cambia un gran che.

Ha molto a che vedere, invece, con le condizioni sociali ed economiche (ed ecco l’”estremistan” e le situazioni e professioni SCALABILI): in un gruppo di magnati di 20 persone, se si esclude (o si aggiunge) il più ricco di tutti (che può da solo anche avere una equivalenza con tutti gli altri messi insieme), la media può, in modo notevolmente sensibile, aumentare o diminuire

Questo è il campo d’azione per eccellenza, del “cigno nero”.

Tuttavia, l’ambito operativo generale del “cigno nero”, non è la divisione, ma l’unificazione, la compattezza.

Può considerarsi semplicemente arcaica, sul percorso in atto, la distinzione tra “narrativa” e “saggistica” [il romanzo di Saviano “Gomorra” (lasciando perdere l’omonima serie televisiva meramente scenografica), il film “Robinù” di Michele Santoro, sono alcuni efficaci esempi]; anche la frattura tra ARTE e SCIENZA, va superata (mi limiterò a menzionare, come semplice riferimento, Rembrandt “lezione di anatomia del dottor Tulp”; ma potrei aggiungere il primo trapianto del cuore, del dr. Barnard, ecc.); e così è per la distinzione tra “ideologie” e “scienze”.

Il futuro dell’Umanità e il futuro del nostro Pianeta, come è sotto gli occhi di tutti, si va sempre più trasformando da argomento ideologico, ad argomento scientifico.

Altro problema è, certo, l’applicazione dei risultati scientifici alla vita pratica quotidiana.

Ed eccoci giunti al momento dell’estremistan e del mediocristan.

Rimando a quanto efficacemente porta a nostra conoscenza il libro qui in esame di Taleb (soprattutto a partire da pag.48).

In linea di massima il MEDIOCRISTAN non è scalabile.

La vita si svolge in modo tranquillo e regolare; parliamo di stipendi, di più o meno piccole attività commerciali et similia.

Qui puoi vivere bene, molto bene anche, ma non potrai diventare miliardario; peraltro non potrai mai avere un tracollo finanziario.

Qui non ci sono, in linea di massima, “cigni neri”, né in positivo, né in negativo.

La salute delle persone appartiene al “mediocristan”; non c’è nulla che possa risultare assolutamente imponderabile; neppure una grave malattia o un incidente.

Anche qui, però, una grave, devastante epidemia nei tempi moderni, un contagio di peste in un esclusivo quartiere di Stoccolma, l’aver contratto una malattia rarissima, una “nuova” malattia, che non riguarda più di un centinaio di persone al mondo, come li definiremmo?

E come definiremmo l’avvento del motore  scoppio, quando i bravi artigiani delle carrozze a cavallo avevano raggiunto il punto più alto di perfezionamento delle ruote, delle sospensioni, dei sedili, delle redini ecc.?

Se parliamo di ESTREMISTAN, parliamo di rischio, parliamo di chance, parliamo di lavori che non vengono misurati a ore o a prestazione, ma che, fatti una sola volta, si moltiplicano all’infinito e chi ne è artefice guadagna, pur emergendo solo di un po’, non  solo un po’, ma tutto.

Basti pensare a che cosa significò, nel mondo della musica, l’innovazione del GRAMMOFONO.

Avvalersi di questo mezzo spostò nell’ESTREMISTAN le performance di artisti, che potevano essere ascoltati (e guadagnare) anche mentre dormivano; anzi possono essere ascoltati (come sappiamo) anche dopo morti; rispetto a cantanti, menestrelli e trovatori che venivano ascoltati solo dal vivo, durante le loro esibizioni. Essi appartenevano (e per quello che ancora oggi è possibile osservare in giro) al MEDIOCRISTAN.

Il CARRO di TESPI, la cui fama ha sfidato i secoli, ed ancora oggi stuzzica la fantasia di poeti e artisti, appartiene al MEDIOCRISTAN.

E’ nell’ESTREMISTAN che  il “cigno nero” la fa da padrone.

In poco tempo puoi arrivare alle stelle, o sprofondare all’inferno.

Allo stato attuale della mia ricerca mi è ancora oscura la correlazione, se c’è, e quale essa sia tra il talebiano “cigno nero” e la smithiana “mano invisibile”.

Posso solo dire che quest’ultima sembrerebbe avere una connotazione più sistematica, sia pure nell’ottica specifica del suo fondatore, mentre il “cigno nero” è più simile ad una particella della fisica quantistica che può esistere o non esistere a seconda che la osservi o meno, o che acquista le sue proprietà solo quando si evidenzia.

Ma non è questa l’unica incognita.

La domanda, per quanto mi riguarda, (ancora) senza risposta è:

nell’ormai non più discussa, ma diffusamente accettata come ineluttabile, corsa del Mondo verso l’autodistruzione, può entrarci, ed avere a che fare qualcosa, un “cigno nero”? E in che senso?

Si può solo dire che se è empiricamente provato che rilevanti eventi imprevedibili, saltuariamente, accadono ed, in genere, hanno una incidenza determinante, allora…

Prima di mettere un punto fermo su quale è il VERO SCOPO del libro di Taleb, come dall’autore stesso enunciato, il che metterà un punto fermo anche a questo mio elaborato, salvo proseguire la strada intrapresa in un altro capitolo, dobbiamo occuparci del “problema di Hume”.

 

(continua)