RELIGIONI e LAICITA', ma unico è lo SPIRITO

 

INCONTRO con le RELIGIONI a MILANO

 

Le RELIGIONI per la PACE e la CONVIVENZA contro il TERRORISMO

Giovedì 26 Febbraio 2015 ore 18

Sala Consiliare ZONA 5 MILANO

Col moderatore Gianni SANTUCCI giornalista del Corriere della Sera, INCONTRO della CITTADINANZA, introdotto dal Presidente del Consiglio Circoscrizionale Zona 5, Aldo UGLIANO, con:

il RABBINO Paolo SCIUNNACH (Comunità Ebraica)

il RAPPRESENTANTE della Comunità Religiosa Islamica Abd al-Sabur TURRINI (Coreis)

il SACERDOTE Padre Paolo NICELLI (Chiesa Cattolica)

il SIGNOR Anura KALUBOWILAGE in rappresentanza della Religione Buddista (Tempio Buddista di via Pienza a Milano).

Le tematiche proposte, le parole che abbiamo ascoltato dai QUATTRO INVITATI (in quanto rappresentanti delle Religioni, statisticamente con maggiori seguaci, per dare un impronta e un indirizzo di socialità all’incontro; ma non sarebbe stata, certo, di minor valore nel comunicare, per il bene e la vicinanza spirituale, la presenza di altre Religioni) sono di grandissima delicatezza e rilevanza, e potrebbero dare l’avvio ad un entusiasmante percorso di FRATELLANZA tra i POPOLI.

Basta considerare che i concetti e gli ideali di GIUSTIZIA, VERITA’ e PACE, con le diverse sfumature interpretative, come è ovvio, sono presenti in tutte e quattro le RELIGIONI convenute, oltre che nell’IDEALISMO laico, immeritatamente escluso (pur avendo a sua volta, un “contenuto religioso”; perché, se è vero che nessuno ha in tasca il TALISMANO per affermare che “Dio esiste”, è altrettanto vero, che nessuno ha in tasca il TALISMANO per affermare che “Dio NON esiste”; quindi può solo crederci, senza, tuttavia, allontanarsi da quei concetti fondamentali dell’Umanità che, come si è detto, sono costantemente presenti, sulla via del bene).

E’ di tutta evidenza che non è possibile trattare qui, non dico in modo esauriente ed organico, ma neanche superficialmente, l’intreccio spirituale e storico che, a partire da millenni, andando a ritroso nel tempo, e risalendo poi fino ai nostri giorni, ha potuto condurre oggi ad una espressione, una dimostrazione di comune sentire, derivante dalle Religioni, o forse meglio, dalla Religiosità, che, se pure complesso, articolato, irto di ostacoli, è tuttavia possibile, effettivo; sotto i nostri occhi, come hanno potuto constatare i presenti alla serata.

Anche gli interventi dei relatori, il dibattito, le domande, hanno permesso solo brevi, peraltro significativi, accenni a quello che, nel cuore degli uomini, si vorrebbe, ci fosse, da parte di un Ebreo, un Musulmano, un Cristiano, un Buddista; e solo in modo evanescente e velato, tuttavia evidente e reale, si manifesta, senza alcun dubbio, come appartenente in modo assolutamente paritario a tali Religioni, e avvolgere tutti.

Quindi è assolutamente cosa buona e costruttiva che ci siano altri incontri del genere, auspicabilmente con la partecipazione di altre Religioni ancora; penso al lamaismo, all’induismo, alla vasta area del protestantesimo cristiano, e così via.

Va riconosciuto, in ogni caso, all’Amministrazione della Zona 5 di Milano, il merito e l’intuizione della priorità e della continuità.

Viene, infatti, preannunziato, dall’ideatrice di questa serata, della quale più avanti dirò, un altro incontro dove, al tavolo dei relatori, ci saranno, questa volta, solo donne delle varie Religioni. E chi sa quante leggende e pregiudizi potranno essere sfatati; come è sicuramente, ad esempio, l’opinione abbastanza diffusa che, nel mondo dell’Islam, vige il metodo sistematico dell’infibulazione.

Alla luce di quanto sopra, non mi resta, a questo punto, che indossare i panni del cronista, del reporter proprio, di una volta, quello della notizia nuda e cruda, e limitarmi a cercare di descrivere, senza orpelli ed aggiunte, per quanto è, per me, possibile, in pillole, la serata:

Un paio di centinaia di persone riempiono l’aula consiliare, di varia provenienza etnica e religiosa, molte donne, soprattutto musulmane, col velo in testa, scarsa presenza di gioventù.

Due ore piene davanti a noi.

Prima di dare la parola al primo relatore, il Presidente Ugliano, nell’introdurre la serata richiama l’attenzione sull’importanza di occasioni di incontro come questa, per sottolineare come il fenomeno dell’immigrazione si traduce, nella sua concretezza, in milioni di vite oneste, di cittadini che vengono ad arricchire e rendere interessante e variegata la società in cui viviamo; valutazione che la presenza di pochi malfattori, peraltro fisiologica, oltre che nelle loro comunità, anche in quella di accoglienza, non mette in discussione; anche in questo modo possono essere combattuti e messi a tacere i partiti xenofobi.

Il Moderatore Santucci ricorda come, già da molto tempo prima del “famigerato” 11 settembre 2001, esisteva il problema delle preghiere dei musulmani a Milano in viale Jenner, per strada, in mancanza di una moschea; “da 20 anni non si riesce fare una moschea a Milano, dove risiedono 150mila musulmani. – sono state le sue parole - Sarebbe un fatto di civiltà minima, mai posto in essere per questioni elettorali «quanti voti perdiamo se autorizziamo moschee a Milano?» questo si chiedono coloro che dovrebbero provvedere”.

Una signora anziana, appartenente, palesemente, alla tradizionale borghesia milanese, intuitivamente di ordinaria fede cristiana, non riesce a trattenersi; si alza e, con tono pacato, ma fermo, protesta. “E’ da barbari – dice – che in una città dove sono 150mila musulmani, non c’è un luogo decente, dove queste persone possono andare a pregare! Non una moschea, ma almeno 10 moschee occorrerebbero; un numero sufficiente per poter andare a pregare con serenità.”

Applausi da parte di tutti i presenti.

Da qui si entra nel vivo della serata.

Leggendo quel che segue, chiedo benevolenza nel valutare la mia interpretazione delle relazioni ascoltate, che non può che essere soggettiva; una buona dose di impegno intellettuale ce l’ho messa, e sincera buona fede.

Il RABBINO Sciunnach ci dice tante cose interessanti, non sintetizzabili qui. Ciò che mi ha colpito, in modo particolare, il richiamo alla PACE, come risultato di VERITA’ e GIUSTIZIA che, pertanto deve andare oltre l’applicazione letterale della LEGGE, e deve contenere in sé, come componente prevalente, la MISERICORDIA. Non esiste un rapporto universale tra il popolo ebraico e gli altri popoli. Ciascun popolo segue legittimamente la propria cultura e la propria tradizione;  e se da tutto questo deriva armonia si saranno realizzati i valori e la spiritualità della Bibbia. Raccomanda massima accoglienza agli immigrati, e ricorda che il popolo ebraico fu STRANIERO in terra d’Egitto, attraverso i secoli e molteplici vicende che dimostrano come NON esistono confini NOI/LORO ma essi sono sempre LABILI, OSCURI a volte, e legati alle COVENIENZE del momento.

Il RAPPRESENTANTE dell’ISLAM Turrini sottolinea in modo particolare che Dio è UNICO per TUTTI gli UOMINI, ad ogni latitudine; l’ISLAM è UNICO; pur dovendosi qui considerare le diverse Scuole coraniche (non esiste l’ISLAM moderato e quello estremista). Esso riconosce e rispetta Ebrei, Cristiani, ed appartenenti ad ogni altra Religione.

Parole come RADICALISMO e FONDAMENTALISMO non appartengono alla Legge Sacra, ma alla strumentalizzazione, all’asservimento ideologico, che di essa viene fatto. Il musulmano, infatti, secondo l’insegnamento del Corano, DEVE adeguarsi ai costumi, alle usanze e alle regole sociali del Paese in cui vive o si trova, non prevaricare e pretendere di sostituirsi, con la propria visione delle cose, ad esse. Se OGNI UOMO è stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, può esserci solo fratellanza tra gli uomini.

Fu a partire dal 18° secolo che venne a determinarsi, storicamente, una separazione tra IDEOLOGIA e cioè, in concreto, la politica, e RELIGIONE. Le invasioni, la creazione di Califfati ed Emirati, non previsti affatto nel Corano, appartengono a questa frattura. Anche l’ISIS, oggi (quale che sia la sua natura e la sua origine), si sostanzia in una DERIVA IDEOLOGICA che non ha nulla  a che vedere con la SACRALITA’. I primi martiri dell’ISIS, proprio per il POTERE dispotico ed egemonico che esso intende realizzare, che nulla ha  a che vedere con la RELIGIONE, sono stati e continuano ad essere i musulmani sciiti, poi i cristiani, ecc.

Pur appartenendo alla stessa Religione di origine, coloro che si trovano coinvolti in questa “deriva”, non si sono formati nelle Moschee, nelle scuole di Corano ecc., bensì nelle strade, nei luoghi di malaffare, di delinquenza, nelle banlieue, ecc.

Tale aspetto è particolarmente evidente se si prendono in considerazione gli Occidentali, soprattutto giovani, che vanno ad arruolarsi, o compiono azioni di cd. “estremismo islamico”, perché?

Non certo perché affascinati dall’Islam, ma in modo piuttosto chiaro e inconfutabile, per il malessere, la frustrazione, la nevrosi in cui vivono, anche se non emarginati, anche se materialmente appagati, in una società fortemente competitiva e stressante, sotto molti aspetti, ingiusta ecc..

Il che non ha nulla a che vedere con la Religione.

Il SACERDOTE della CHIESA CATTOLICA Nicelli premette che sostituirebbe il termine “convivenza”, con “integrazione”, perché dobbiamo ormai convincerci, senza più titubanze, che viviamo in una Società PLURALISTA, PLURICULTURALE, PLURIRELIGIOSA (ma su questo viene fuori qualche dissenso, in sede di dibattito, sia pure in modo soft, da chi è certamente e assolutamente d’accordo, su quello che potrebbe definirsi un grande abbraccio sociale, ma richiede mantenimento delle diversità che danno colore e arricchimento alla vita pubblica e privata).

Le SECONDE GENERAZIONI delle persone provenienti dal Mondo musulmano (così come da altre latitudini ed altre culture, ovviamente), sono certamente appartenenti a pieno titolo all’Italia e, in genere, al Paese in cui si trovano.

I concetti di PACE, GIUSTIZIA, VERITA’, ribadisce, uniscono tutti, sia pure secondo le diverse interpretazioni, ma è proprio questa la SFIDA dei TEMPI MODERNI, per TUTTI.

Ci sono a Milano 150mila musulmani. Come possono trovarsi essi a proprio agio, senza una Moschea che sia veramente tale? Se la nostra Religione – dice padre Nicelli – richiede un LUOGO SACRO, dove possa essere praticata, come possiamo IMPEDIRLO ad altre Religioni?

Concorda sul fatto che non dobbiamo guardare al FONDAMENTALISMO che è uno SVUOTAMENTO delle Religioni, a favore di IDEOLOGIE politiche, di potere o di conquiste.

PACE è soprattutto risolvere le gravissime situazioni di disagio sociale, etico, esistenziale, ben gravi ed evidenti, al giorno d’oggi, in Italia, come in altri Paesi, anche attraverso la RELIGIONE.

Giovanni Paolo II° diceva che non c’è PACE senza GIUSTIZIA; ma non c’è GIUSTIZIA senza PERDONO; perdono da chiedere, innanzitutto riconoscendo i propri sbagli, come lo stesso Papa fece in Egitto, nei confronti di musulmani e cristiani coopti, e a Gerusalemme, nei confronti degli ebrei, con la lettera del perdono al Muro del Pianto.

Il RAPPRESENTANTE del TEMPIO BUDDISTA Kalubowilage

Illustra quale è la PROSPETTIVA di PACE del Buddismo.

Ricorda che sono trascorsi 2604 anni dalle parole del Budda, il cui insegnamento era che SE NON ODI ma AMI chi ti odia, spezzi la CATENA dell’ODIO.

I canoni del Buddismo, sono, appunto: GENTILEZZA, COMPASSIONE, IMPARZIALITA’.

Perché far soffrire altri ESSERI VIVENTI?

(RICORDANDO che gli ANIMALI, le PIANTE, sono come gli UOMINI, esseri senzienti)

Nella RISPOSTA a questa DOMANDA è la soluzione e il senso della vita, secondo la Religione Buddista (e quindi, anche, del rapporto con le altre Religioni).

Alla domanda: “chi è un Buddista?” la risposta è: “un Buddista è una persona che compie buone azioni; e questo secondo una ragione spirituale, non una ragione sociale”.

 

SI APRE il DIBATTITO

Per forza di cose, stringatissimo.

Non che si possano risolvere, in una sola serata, i problemi del Mondo, ma sarebbe molto gradito, in una prossima occasione, maggior spazio.

Alla fine, la stragrande maggioranza degli intervenuti era ancora presente, ancora incuriosita; ma è stato necessario chiudere.

La domanda sorge spontanea:

Va bene tutto; il reciproco rispetto e quant’altro, ma se alla fine ogni RELIGIONE ritiene di essere portatrice della VERITA’ ASSOLUTA, siamo di fronte ad un semplice fatto di ORDINE PUBBLICO, di TOLLERANZA, magari di BUONA EDUCAZIONE, verso gli altri, non di PIENA AMMISSIONE e CONSIDERAZIONE.

Come può conciliarsi questo con l’EFFETTIVA, PARITARIA unione (convivenza o integrazione, che dir si voglia) tra le diverse RELIGIONI e i POPOLI? Come può EFFETTIVAMENTE realizzarsi la PACE?

La domanda, di fatto, esclude il rappresentante della RELIGIONE BUDDISTA; perché lì è riscontrabile, senza ombra di dubbio, per i suoi principi ispiratori, il RICONOSCIMENTO PIENO delle altre Religioni, quali portatrici, a loro volta, di SPIRITUALITA’ e VERITA’.

Il RABBINO risponde, senza esitazioni, che la VERITA’ non è monopolio di una sola Religione. Canone fondamentale della Bibbia è che frammenti di Verità siano in ogni Religione. Uno dei motivi, tra l’altro, per cui nessuna forma di proselitismo è ravvisabile nell’Ebraismo.

Il MUSULMANO parte da un diverso concetto; opposto si direbbe:

La VERITA’ è UNA e si riversa nel Mondo; ma molte, diverse interpretazioni sono possibili.

Se Dio avesse voluto, avrebbe fatto sì che esistesse UNA SOLA RELIGIONE; perché non lo ha fatto? Si può umanamente ritenere che non lo ha voluto, perché ogni FORMA di RELIGIONE potesse lealmente e pacificamente concorrere, confrontarsi ed essere in competizione con le ALTRE per ottenere il MEGLIO POSSIBILE, sulla via del BENE.

Non bisogna, quindi, lasciarsi prendere dalla NOSTALGIA della STORIA e non affezionarsi a tutti i costi all’INFALLIBILITA’ del proprio PENSIERO RELIGIOSO,

L’ESCLUSIVISMO è una gravissima aberrazione, una devianza che fa sì che si capovolge la PROSPETTIVA religiosa, per cui si arriva addirittura al punto che finisce con l’essere l’UOMO che fa DIO a propria immagine e somiglianza.

Questo è inaccettabile e va fermamente osteggiato, sia all’esterno, verso ALTRE RELIGIONI, sia all’interno, nel corpo della Religione stessa di appartenenza.

L’esclusivismo interno, in  particolare, porta alla DERIVA IDEOLOGICA (come si era già detto), che nulla ha  a che vedere con la Religione, come Legge Sacra, e genera il TERRORISMO, l’odio e la violenza verso il PROSSIMO. Proprio per questo, innanzitutto verso coloro che sono più a portata di mano, gli appartenenti alla stessa Religione dalla quale i terroristi provengono.

Ecco, quindi, come, partendo da posizione diverse, il PARTICOLARISMO dell’Ebraismo e l’UNIVERSALISMO dell’Islam, si arriva ad una identica CONCLUSIONE.

Il SACERDOTE CRISTIANO è, sostanzialmente, sulla stessa lunghezza d’onda.

Che ci sia unità; che ognuno rimanga insieme agli altri, ai propri fratelli, quindi, nel proprio CREDO, è un VALORE; ed è, certamente, buona cosa GAREGGIARE nel fare del bene.

Qui egli si richiama, curiosamente, a Voltaire, per il quale “accettare una opinione diversa, la diversità insomma, non significa necessariamente condividerla”. E’ palese il riferimento al RISPETTO.

Pensiero giusto e costruttivo, indubbiamente, anche se traspare, solo in modo esile, sottile direi, da esso, l’accostamento alle altre Religioni, in un senso consistentemente paritario e, in definitiva, il riconoscimento pieno che l’Uomo non può MAI ritenersi portatore della VERITA’ ASSOLUTA.

Credo proprio che occorrerebbe un ESERCIZIO di UMILTA’, qui: Ammettere il limite dell’UOMO, che non può conoscere TUTTA la VERITA’, perché in nessuno dei suoi ambiti di appartenenza essa è COMPLETAMENTE CONTENUTA.

Viene chiaramente all’evidenza, un problema di CONOSCENZA, di VICINANZA.

Se si sapesse di più delle Religioni, sarebbe sconfitta l’ignoranza e scongiurate le reciproche incomprensioni; almeno dove possibile. Si vivrebbe, indubbiamente, meglio e molti benefici potrebbero derivarne, per tutta l’Umanità.

A questo punto ha preso la parola un giovane buddista presente in sala, Chalana Kalubowtlase, il quale, con poche, chiare parole. ha detto qualcosa di molto semplice e attuabile con altrettanta semplicità in un Paese serio e di comprovata democrazia.

Ha detto: “ nelle scuole dovrebbe esserci l’insegnamento di STORIA delle Religioni, non di Religione”.

Se così fosse, nella realtà, sarebbero realizzati due importanti obiettivi:

Innanzitutto l’”ora di Religione”, per quanto, oggi, facoltativa, perderebbe quel carattere di indottrinamento, tipico di uno Stato confessionale.

Inoltre si avvantaggerebbe, in modo significativo, la CULTURA delle RELIGIONI.

Si riuscirà, prima o poi, in Italia a vedere questo splendido giorno di ammodernamento e rafforzamento del corpo sociale? Politica permettendo, con la soluzione e il superamento dei suoi MALI… chi sa…

 

La sociologa somala Maryan Ismail, musulmana, ideatrice di questa serata, è una persona davvero straordinaria.

Mi richiama alla mente un’altra giovane somala, dal drammatico eppure brillante destino: l’atleta olimpionica Samia Yusuf Omar, ma questa è un’altra storia.

L’attenzione dei presenti e gli interventi si soffermano ora, sul concetto di PERDONO, mentre la serata volge al termine.

Ebbene, la risposta più convincente alla domanda “che cosa è, davvero, il perdono?” viene direttamente dall’esperienza di Maryan.

Prende la parola e, brevemente, ma in modo molto efficace, ci racconta come, nella sua Patria, sconvolta da dieci anni di guerra dimenticata, che hanno fatto seguito ad altre guerre, sventrando il corpo e l’anima della Somalia, dove musulmani hanno massacrato senza pietà altri musulmani, la sua famiglia è stata totalmente distrutta. Un Islam malato, intollerante, assolutamente estraneo agli insegnamenti del Corano, mette in ginocchio tutti.

Tutti i componenti della sua famiglia, o sono morti, o non si sa più che fine abbiano fatto.

Lei può solo scegliere tra vivere una vita senza speranza, senza pace, chiudendosi e arrovellandosi nel suo odio, o intraprendere la via del perdono;  sceglie quest’ultima strada ed ora è qui con noi, serena, sorridente e può ancora fare tante cose per aiutare il suo popolo, e per il percorso dell’Umanità.

 

Nessun uomo è portatore della VERITA’ ASSOLUTA.

Questa che sembrerebbe una considerazione lapalissiana, si rivela, dopo averla constatata e verificata direttamente, con la partecipazione, le domande, i chiarimenti di questo incontro, come se fosse una GRANDE RIVELAZIONE; e basta già questo per andare verso la convivenza e la integrazione, come si vuole, la pace e l’isolamento e sconfitta del TERRORISMO.

Questo è il succo della serata, secondo me.

Ma non mi sento di chiudere questo pezzo, senza far riferimento ad una personale sensazione; qualcosa a cui tengo molto:

In una serata come questa, sarebbe certamente una forzatura dire che si sentiva la presenza di Dio, perché essa può avvertirsi solo nell’intimità delle coscienze, o nel raccoglimento dei luoghi di culto.

Ma sentire qualcosa, come una memoria, come una speranza… questo sì, è possibile.

Può notarsi, a volte, nelle piazze delle città del Medio Oriente o dei Paesi del Maghreb, dove si svolge il mercato, la contemporanea presenza di venditori ambulanti, negozianti, acquirenti o semplici passanti, di varia estrazione etnica e religiosa, e non si nota neanche di quale appartenenza, musulmani sciiti o sunniti, cristiani di varia provenienza, ebrei, atei, anche, o magari pagani, che discutono, ragionano, contrattano, chiacchierano e non è minimamente messo in dubbio, che essi vadano d’accordo (e così doveva essere qualche migliaio di anni fa).

Ho sempre pensato che il mercato è il luogo più pacifico del Mondo. Le questioni, lì sono i piccoli affari e i soldi della gente comune; ma non c’è nessuna questione sui pensieri, le preferenze, e i desideri di ciascuno, che sono liberi. I volti sono distesi, gli occhi sorridono.

E’ una mia personale opinione, per carità; ma… se tutto il Mondo fosse così… la parola d’ordine dovrebbe essere: “ACCOGLIERE i MERCANTI nel TEMPIO” non cacciarli.

Anche in quelle piazze, in quei mercati, sarebbe forzato dire che si può sentire la presenza di Dio.

Si sente, però, certamente la presenza dell’Uomo, che rivela la sua natura di fondo: la BONTA’, la FRATELLANZA con gli altri Uomini, della quale, eventualmente, anche la trattativa estenuante per risparmiare sul prezzo, anche la piccola frode in commercio fa parte, perché indica INTERESSE, CONSIDERAZIONE per l’altro, il prossimo che è lì, davanti alla bancarella, o all’interno della bottega, alla fontana o di fronte a te, al centro della piazza, e non ODIO o, peggio, INDIFFERENZA.

Ecco, da questa serata, io vado via, appunto, portando con me l’impressione e il ricordo che c’era la presenza dell’Uomo che NON VUOLE UCCIDERE in nome di Dio, MA PIUTTOSTO AMARE, anche in nome di Dio.