Un EPISODIO di RESISTENZA MORALE o IDEALE

RIFLESSIONI

dopo la presentazione a Roma - Montecitorio, del DOCUMENTARIO di Felice Ceparano sulla STRAGE di NOLA l'11 settembre 1943,

e

la pubblicazione su GOLEM www.goleminformazione.it, rivista telematica fondata e diretta da Roberto Ormanni, del mio articolo "L'armistizio di Cassibile e la strage di Nola".

 

CHI FU L’UFFICIALE TEDESCO che ordinò l’ECCIDIO, e quindi qualificabile come l’esecutore materiale del crimine?

DOVE E’ ORA quel FILMINO, che riproduce l’ESERCITO ITALIANO, letteralmente in ginocchio, girato dai TEDESCHI, l’11 settembre del ’43 e SPEDITO a BERLINO?

CHE COSA contengono i FALDONI marcescenti negli archivi del Ministero della Difesa, che riguardano l’ECCIDIO di NOLA dell’11 settembre ’43?

Sono tutte domande alle quali occorre dare una risposta.

Dovrebbero darla in realtà gli STORICI; mi riferisco a storici qualificati e con l’animo rivolto unicamente alla Storia come scienza, alla realtà dei fatti, dei nostri giorni, quelli più giovani, quelli che sarebbero nati 20 o 30 anni dopo la fine della guerra.

Molti degli storici del secolo scorso, del passato, diciamo, nel loro insieme, non hanno dato grande prova di sé, un po’ per responsabilità della insulsa politica italiana (non dimentichiamo - qui ci vuole - quale era il Partito Guida dell’Italia, e quale era la sua filosofia di oblio, di badare soprattutto al mantenimento dello status quo, quell’asfissiante – da che era partito popolare – Democrazia Cristiana, poi decaduta ma perdurante nella definizione emblematica dei concetti di “retroguardia”, “conformismo”, “opportunismo”).

Ricordate quando, a scuola, non ci spiegavamo come mai la Storia italiana finiva dopo la PRIMA GUERRA MONDIALE e molti di noi credevano, non corretti da buoni maestri, che la Storia finisse lì?

Un po’ per loro stessa responsabilità, essendo prevalentemente condizionati dalle loro tendenze politiche, dalla loro volontà di avviarsi e affermarsi nelle carriere politiche, alle quali erano soprattutto interessati.

MI DARO’ da FARE

Prego chiunque abbia notizie, cittadino, storico, testimone, giornalista, di mettersi in contatto.

Le notizie delle quali, a tutt'oggi, disponiamo, sono CONTRADDITTORIE, AMBIGUE, INAFFIDABILI.

MA

non dimentichiamo il senso delle cose, il senso della storia.

Quella che io racconto nel mio romanzo di guerra: “Nola, cronaca dall’eccidio”, è anche una storia d’amore, una storia di progetti di vita, di famiglia, di professione.

TUTTO CIO’ è stato STRONCATO d’un sol colpo.

Su questo maggiormente deve concentrarsi l’attenzione.

Prendiamo gli atti di terrorismo, ad esempio, anch’essi crimini, anch’essi fatti abnormi; intere fette di vite private vengono spazzate via, e l’insieme di quelle vite, di quelle piccole storie avrebbe indirizzato in modo diverso la Storia generale, la grande storia.

Ma chi è responsabile di tutto questo?

Coloro che in modo diretto e immediato o indistinguibile e frastagliato, ma curiosamente unitario, hanno ordinato ciò, o l’”esecutore materiale” che non ha identità, non ha qualità, non ha storia (in alcuni quartieri di città degradate si acquistano killer con poche centinaia di euro)?

Il pericolo da scongiurare, quindi, è che tutto sia ridotto a rispondere a quelle domande sopra formulate.

Una volta che avremo saputo chi era quell’ufficiale, ormai certamente morto; che avremo saputo che fine hanno fatto o, al limite, avremo visto i residuali fotogrammi di quel filmino della vergogna (degli operatori, non degli attori, protagonisti, comparse); che avremo toccato con mano il tradimento, l’insipienza dei vertici dell’Esercito Italiano e le strumentalizzazioni dei governati e degli occupanti tedeschi, che cosa faremo? Chiuderemo il libro?

Qui è molto importante non spostare l’ago della bussola.

E’ molto importante non dimenticare il senso della storia, il senso della vita.

Io aggiungerei un’altra domanda a quelle di cui sopra, ma a questa reclamerei una risposta più decisa, anche se, come spesso o sempre accade, sarà, a sua volta generatrice di altre domande:

COME è POSSIBILE, dopo tutto ciò che è accaduto, di cui si parla in sordina, per la verità, sulle lapidi e nei cimiteri, come l’iscrizione nel cimitero di Casaglia, dove riposano molti dei morti dell’eccidio di Monte Sole, tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, “… tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga.” e ben poco nei libri di storia, tuttavia, bene o male, si sa, CHE ANCORA OGGI ci siano vari e diffusi RIGURGITI di NAZIFASCISMO?

Forse è proprio perché si è persa la memoria? Si è preferita la rimozione collettiva alla sofferenza di RICORDARE? E quali ulteriori effetti ciò comporterà?