LA RICERCA della FELICITA'

 
è un punto nodale importantissimo, decisivo della vita dell'Uomo.
 
Anche di questo si parla nel mio pamphlet "PASSI nel COSMO e MAPPA del COSMO" che, come se si trattasse di un esperimento di laboratorio, cerca un filo conduttore, un nesso, tra il pensiero di vari scrittori che hanno pubblicato libri intorno all'Umanità, al suo destino, al futuro del pianeta Terra e del Mondo, quali De Masi, Rovelli, Carobene, Mann, Odifreddi e molti autori da essi citati nelle loro opere, nonché molto più modestamente, del sottoscritto; libri che, a loro volta, dedicano pagine al tema della ricerca della felicità.
 
Questa espressione è riportata addirittura nella Costituzione degli Stati Uniti d'America; ha quindi una valenza anche politica.
 
La scienza sociologica ci avverte che "non puoi essere felice se non lo sono anche gli altri"; la scienza medica ci riporta ad algoritmi di carattere biochimico, la psicologia accende i riflettori sull'inconscio, sul passato, sui rapporti interpersonali, la letteratura ci conduce per mano attraverso percorsi che oscillano tra l'utopia e la distopia; la religiosità o l'idealismo indagano regioni dello spirito, dell'anima, dell'intelletto.
Ma, in definitiva CHE COSA è la FELICITA'?
E' molto difficile individuare un CONCETTO di FELICITA' che non sia meramente illusorio e consolatorio, che non sia ottusità, adeguamento conformistico o utilitaristico, o al contrario arroganza, sfruttamento, egoismo che, sottilmente poi, provoca tutt'altro che soddisfazione, ma irritazione, rimorso, paura, tensione, rimpianto.
 
E' più facile dire che cosa NON E':
 
La FELICITA' non è AMORE.
L'amore, al contrario, è spesso fonte di infelicità e sofferenza;
 
non è FEDE in qualcosa, in qualcuno, nella Divinità o nelle Idee.
Spesso, al contrario, da ciò deriva tensione, delusione, dubbio, dramma.
 
Non è RAZIONALITA' assoluta.
Essa comporta aridità, materialità, inconsistenza.
 
Non è STUDIO; nessuna dottrina o ingegno, per quanto indispensabili essi siano per una vita migliore, può parlare direttamente e contemporaneamente al cuore e alla mente, in modo immediato, astratto e concreto al tempo stesso;
 
Non è BENESSERE fisico, lavorativo, economico.
Questo può essere motivo di compiacimento, peraltro sempre precario; ma non tiene conto della visione d'insieme; della collocazione generale nel tempo e nello spazio.
 
Qualcosa di "particulare", di limitato, di provinciale a volte, come può essere FELICITA'?
 
Non è POTERE, RICCHEZZA, VITTORIA, AFFERMAZIONE delle proprie idee, del proprio punto di vista, del proprio partito o orientamento.
Alla fine non resta che l’amaro in bocca.
 
Gli ANTICHI CLASSICI che erano davvero SAGGI, dicevano:
"Se Sparta piange, Atene non ride".
 
Non è, e non può essere, quello che gli ALTRI PENSANO di te; nient'altro che chiacchiere? Pettegolezzo o adulazione? Mascheramento o sincerità variamente condizionata? Non credo proprio che questo abbia a che fare con la FELICITA', in un senso o nell'altro.
 
Non è BELLEZZA o FAMIGLIA, discorsi tradizionali, ripetitivi e obsoleti su questi punti portano nient'altro che al CONFORMISMO; e che quota di felicità è, e può esserci, in esso?
 
Non è neanche ALTRUISMO, qualcosa certamente di notevole e di lodevole; dove, però bisogna stare attenti, perché se non si sconfina nella palude del "buonismo", e non si riesce a rendersi conto che non si fa altro che quello che normalmente l'uomo giusto dovrebbe fare, si finisce facilmente con lo sconfinare, comunque, nel lago grigio dell'autoreferenzialità.
 
Non è PIACERE, EROTISMO, EDONISMO, entità, valori comunque, sempre che siano tali e non disvalori o addirittura orrori, che durano per loro natura, l'espace d'un matin, per quanto possano essere ricorrenti.
Ma può forse parlarsi di una FELICITA' a SINGHIOZZO?
 
Non è ECCENTRICITA', DIVERSITA', questo gratifica il proprio ego, il proprio bisogno di esserci, di dimostrare di essere vivi e presenti; il che non è assimilabile ad essere felici, ma piuttosto, forse, alla paura della morte.
 
E allora?
Un NULLA? Questo è la felicità?
Qualcosa intorno alla quale non c'è nulla da dire?
Qualcosa che probabilmente varia da persona a persona; questa mi sembra la strada giusta.
Pur in via provvisoria, provo a dire qualcosa.
 
“La felicità non esiste; esistono solo MOMENTI di FELICITA’”
Questo è un ragionamento pretesco negazionista, tendente a mortificare la aspirazione, la dimensione, l’utopia, forse, della felicità, per esaltare la più controllabile e subalterna RICERCA della SALVEZZA, ma esso è errato e fuorviante perché CONFONDE il concetto di FELICITA’ con quello di GIOIA.
 
Esistono, certo, momenti di gioia, così come esistono momenti di tristezza, di dolore o di malinconia; ma ciò non ha nulla a che vedere con la felicità.
Il fatto stesso di essere un modo di sentire “a termine” si contrappone, in modo stridente, al senso della FELICITA’, per sua natura, indefinito.
 
Il pensiero è un percorso senza fine; la provvisorietà è lo scandire delle pietre miliari, delle locande di questo percorso, e allora, in questi termini, il mio pensiero è che
la RICERCA della FELICITA' è qualcosa che vale in SE STESSA.
 
La FELICITA' è, certamente, comprensione, fantasia, originalità; essa ha a che fare con la POESIA, che è di TUTTI e di CIASCUN INDIVIDUO.
 
E qui mi fermo; pur sempre PROVVISORIAMENTE, come è ovvio.
 
13.3.2020                                                                            Alberto Liguoro