La RIFORMA della GIUSTIZIA in ITALIA

 

Se non ora quando?

La RIFORMA della GIUSTIZIA è un TEMA FONDAMENTALE e DELICATISSIMO per il FUTURO dell’ITALIA.

 

L’occasione dell’attuale crisi politica, è da prendere al balzo per affrontare questa complessa problematica.

Spero con tutto il mio animo, che sia proprio Mario DRAGHI, se non a giungere proprio ad una sua soddisfacente soluzione, a poter almeno dare il LA, alla sua trattazione.

E’ una situazione riguardante TUTTI i RAMI del DIRITTO; ma qui mi occupo, in modo particolare, dell’obsolescenza del Codice di Procedura Penale (essendo, per il mio vissuto, prima in Magistratura, poi nell’Avvocatura, il complesso normativo a me più vicino e congeniale), e le osservazioni che possono svolgersi al riguardo.

Sono così convinto dell’IMPORTANZA e della NECESSITA’ di dedicarsi con tutto l’impegno possibile ai problemi della Giustizia, in Italia, che inserisco questo articolo direttamente sul mio Blog COMPRENDERSI www.algormar5th.it

Ridurrò le mie annotazioni in pillole, dopo aver fatto una premessa:

Il DIRITTO PROCEDURALE PENALE ITALIANO è fortemente arretrato (in parte per il disinteresse di fondo cronico, in chi ha avuto modo di occuparsene; in parte per un anacronistico attaccamento ad una “tradizione” variamente adattata e modificata).

Probabilmente il discorso andrebbe inserito in un diverso modo di intendere e trattare il PROCEDIMENTO, sia in sede penale che in sede civile, ma su questo cedo il passo a chi ha il compito delle SCELTE GENERALI nelle varie discipline.

Mi limito qui alle mie competenze personali e agli approcci con gli studi e le applicazioni pratiche, anche all’estero, in materia.

I tempi moderni richiedono scelte coraggiose, innovative, indirizzate ad una EFFETTIVA e NON DEMAGOGICA amministrazione della Giustizia.

Non pretendo di essere portatore di VERITA’ SACROSANTE e INDEFETTIBILI; invito solo a riflettere su quanto segue:

 

1)    Il GROSSO DANNO, più che l'errore giudiziario, che è presente in modo più o meno paritetico, in TUTTI gli Ordinamenti democratici (negli Ordinamenti dittatoriali NON c'è l'ERRORE GIUDIZIARIO; c'è la precisa volontà di fare gli INTERESSI del POTERE in carica e NON GIÀ' fare in modo che ci sia un Giudice a Berlino. Si tratta di un'altra roba), in ITALIA è quello della LUNGAGGINE dei processi e dell'eccessivo BIZANTINISMO che genera fatica e incomprensione pubblica.

 

2)    Bisognerebbe avere FIDUCIA nel popolo italiano e non trattarlo come un minus habens.

INTRODURRE la GIURIA significherebbe evitare MOTIVAZIONI LUNGHISSIME che, in genere, raccontano FUFFA, fanno perdere un sacco di tempo, prestano il fianco ad IMPUGNAZIONI contrapposte e così via. 

In tal caso il POPOLO non viene RAPPRESENTATO dai COSTOSISSIMI GIUDICI TOGATI (ne occorrerebbero, quindi, molto meno) che devono GIUSTIFICARE il loro operato ai CITTADINI RAPPRESENTATI, ma esercita DIRETTAMENTE il compito di GIUDICARE; non deve GIUSTIFICARE nulla.

La MOTIVAZIONE circa il FATTO è una sola: "VISTO il VERDETTO della GIURIA".

Ovviamente non  può essere un'accozzaglia di gente demotivata ecc., come è oggi in Corte d'Assise (dove ASSURDAMENTE, trattandosi dei FATTI PIÙ' GRAVI di responsabilità penale, i GIURATI entrano in Camera di Consiglio, INSIEME a 2 Giudici TOGATI che, alla fine, logicamente, "la comandano loro").

Il MOMENTO più DELICATO e QUALIFICANTE della Giustizia Diretta, è la SELEZIONE dei GIURATI. Questo passaggio va fatto BENE, con la massima attenzione e in condizioni di parità tra ACCUSA e DIFESA.

 

 

3)    Non ha senso e va TOLTO il RIDICOLO DIRITTO dell'IMPUTATO di mentire.

L'IMPUTATO ha l'OBBLIGO di dire il vero (da valutarsi poi nell'insieme, la MENZOGNA, come AGGRAVANTE, eventualmente, o reato in aggiunta, quando si arriverà alla fine).

Questo OVVIAMENTE va coordinato con una scaletta, un limite delle DOMANDE proponibili all'IMPUTATO, da tutte le parti in causa. Andrebbe, contemporaneamente previsto che, l’imputato, se vuole può rispondere anche a domande irrituali.

 

4)    Il FAMILIARE dell'imputato che mente NE RISPONDE, altro che ESIMENTE (semmai si può considerare una attenuante)!

5)    La FALSA TESTIMONIANZA deve essere inquadrata come REATO GRAVE, perché altera la DELICATA e INDISPENSABILE domanda di GIUSTIZIA. Altro che "reato bagatellare"!

 

6)    La libertà provvisoria su CAUZIONE, in istruttoria, andrebbe reintrodotta.

E' semplicemente demagogico TOGLIERE la CAUZIONE e INTASARE i "Tribunali della Libertà", INUTILI e costosi (un'altra ANOMALIA tipicamente nostrana).

E' OVVIO che andrà calibrata sulle "SOSTANZE" dell'IMPUTATO (10.000 € per il poveraccio, sono IMPORTANTI come 100.000 € per il ricco. Qua deve calibrare il GIUDICE con la sua CAPACITÀ' di GIUDIZIO, che si presume almeno SUFFICIENTE).

 

7)    Tutta la DISCIPLINA sulle IMPUGNAZIONI va rivista.

Se le cose vengono fatte BENE, due gradi di Giurisdizione sono sufficienti. 

In CASSAZIONE si va SOLO cum grano salis, per questioni davvero FONDAMENTALI.

 

8)    La PENA va SCONTATA con SERIETÀ.

Va bene qualche "permesso"; va bene la libertà, dopo un certo periodo, "sulla parola", se c'è BUONA CONDOTTA.

Ma che è 'sta roba che "per buona condotta" si decurta la PENA, periodicamente?

 

9)   Un altro aspetto da non sottovalutare e non eludibile, è quello della NOMINA e della DISTRIBUZIONE sul Territorio, di AVVOCATI, MAGISTRATI, POLIZIA GIUDIZIARIA, ASSISTENTI SOCIALI,  PERSONALE AMMINISTRATIVO ed AUSILIARE, sotto il profilo  sia della quantità che della qualità (competenze, specializzazioni, corsi ecc.). Anche questo incide notevolmente sulla corretta amministrazione della Giustizia e, in particolare della Giustizia Penale; così come il TRATTAMENTO CARCERARIO (strutture, personale e quant’altro).

Andrebbe TUTTO potenziato e migliorato. Ci troviamo, qui, di fronte a TEMI davvero di enorme portata, da trattare con molta COSCIENZA, ATTENZIONE, e BUONA VOLONTA’; non posso andare oltre qui.

 10)  Un’ultima osservazione sento di fare sulla FASE ISTRUTTORIA, essendo rimasto io legato, per mia formazione culturale e forse anche, ahimé, per motivi anagrafici, alla figura del Giudice Istruttore, che conosceva a MENADITO le carte processuali, e dialogava in modo a volte anche aspramente critico col P.M. oltre che con tutte le altre parti in causa.

Qui registro l'ASSOLUTA INUTILITÀ' del GIP così com'è: NON CONOSCE il PROCESSO. Ha il solo intento di COMPIACERE il PUBBLICO MINISTERO. Non ha alcuna voglia di trattare seriamente la CAUSA perché sa che tanto o il PM chiede l'archiviazione, o finisce col rinvio a giudizio (salvo casi sporadici. Ma si può avere un COSTOSISSIMO giudice in più per i CASI SPORADICI?)

Secondo me andrebbe mantenuto (per una dialettica in fase istruttoria, certamente indispensabile, purché sia VERA e corredata dalle opportune condizioni di conoscenza); MA andrebbe SIGNIFICATIVAMENTE riformato e avvicinato alle FUNZIONI dello storico Giudice Istruttore, baluardo di civiltà.

 

Mi fermo, a questo punto, sperando di aver fornito qualche spunto (ma altri certamente ce ne sono) per un SANO ACCAPIGLIARSI prima di mettere mano ai PROBLEMI della GIUSTIZIA, avendo in  testa, una volta per tutte, il raggiungimento di un PRESIDIO di Civiltà, di Cultura, di salto di qualità nell’interesse delle persone alle quali si rivolge la Giustizia (che non sono solo i cittadini) e non la solita FUFFA su questo o quel termine di decadenza, la regolarità di una  notifica e quant’altro.

 

Forio 4 febbraio 2021