A proposito dell'intervista di Aldo Cazzullo a Riccardo MUTI 27.6.2021

 

Riccardo MUTI

Grande MAESTRO nato a Napoli 80 ANNI fa.

Per essere uno STANCO della VITA, devo dire che è il più grande INNAMORATO della VITA tra gli STANCHI della VITA, che si sia mai visto.

Questo viene fuori dalla sua intervista.

C'è tutto il COMPENDIO di una vita straordinaria, fortemente voluta e accuratamente forgiata in cantiere.

Le proposte di apertura dei tanti teatri chiusi in Italia, sono atti di amore.

La sua definizione della MUSICA come qualcosa che non è necessario comprende, rapimento, non ragionamento, tra Dante e Mozart, è l'unione ideale tra la popolarità e la genialità.

Mi colpisce particolarmente perché è quello che io penso, da sempre, della POESIA.

Sentire la POESIA nel mondo che ci circonda è patrimonio del Mondo.

Tutti gli esseri umani sono poeti. Non si va a bottega di poesia. Le circostanze comportano che quello che si sente possa VENIRE o NON VENIRE fuori, ma questo è un altro discorso.

La grande lezione di Muti è che COSÌ è per la MUSICA.

Le lezioni sono un passaggio TECNICO, così come l'OSSERVAZIONE, la LINGUA (ma non sempre), la FOTOGRAFIA o il FILMATO (a volte) lo sono per il POETA (oltre che per altre manifestazioni dell'umano INTELLETTO).

Lo studio della Missa Solemnis di Beethoven durante il lockdown e i progetti, tra cui quello della direzione della stessa a Salisburgo, in Agosto, dopo aver lavorato su quella partitura per circa 1/2 SECOLO, mettono in luce quanto di più contraddittorio ci sia verso un RIFIUTO, una STANCHEZZA di continuare a vivere.

Lo SPIRITO di LIBERTÀ del Maestro, tra il SOCIALISMO, sistema certamente avanzato, allo stato attuale, più di ogni altro, sulle SFIDE della LIBERTÀ, della GIUSTIZIA e della FRATELLANZA tra gli uomini, e l'AMORE per la nostra PATRIA, compreso anche nel RICONOSCIMENTO di eccellente forza emotiva e qualità musicale dell'inno di Mameli, individuano in lui uno SPIRITO veramente libero e non appartenente a nessuna parrocchia, congrega o altra consociazione, come lo stesso Maestro, fermamente dichiara.

Sarà pure non di Destra né di Sinistra, ma penso che INORRIDISCA al pensiero di un PARTITO che, in modo losco ha USATO le prime parole del nostro Inno Nazionale, per farne un MARCHIO ( così come quell'altro, più o meno CONFRATELLO, ha SCIPPATO una spontanea manifestazione di gioia popolare: "Forza Italia!" trasformandolo nel proprio simbolo, come un'azienda, escludendo TUTTI gli altri; tant'è che oggi, nelle occasioni che lo richiedono, siamo costretti a gridare: "Forza AZZURRI!". Almeno la LEGA dichiara: "Siamo BARBARI" e si attiene.)

C'è poi l'INNO alla VITA del suo interesse per i viaggi, l'amicizia, la pace; l'amore per gli animali.

Non sono un grande conoscitore della MUSICA, ma sento la musica e COMPRENDO, grazie anche agli insegnamenti, dei quali non dovremmo mai fare a meno e che, sempre devono continuare, del maestro Riccardo Muti, che essa è la SINTESI e la CHIAVE di VOLTA di tutte le cose.

Ho assistito abbastanza di frequente (per quanto non possa dire "molto spesso") a concerti ed opere, anche con la direzione del grande Muti, ma UNA SOLA VOLTA l'ho visto da vicino, in aereo, dalla Sardegna, poteva essere circa 40 anni fa (ho anch'io i miei 77) e non ho più dimenticato la sua espressione austera e lieve al tempo stesso; trasparivano dal suo volto la conservazione del bello e del tradizionale e, contemporaneamente, l'originalità del nuovo e dell'anticonformista.

Incredibile: pochi minuti hanno avuto il senso di una esistenza.

Caro Maestro io, e con me moltissime persone di intelletto, spiritualità e coscienza, le auguriamo una lunga vita, e siamo pronti per essere presenti ed essere presi dalle sue prossime rappresentazioni nei teatri, nelle arene, dovunque ci sia vita e non morte.

Alberto Liguoro 29.6.2021

 

L'intervista pubblicata sul Corriere della Sera

si trova anche sul sito ufficiale del Maestro

www.riccardomuti.com