Dove va il Mondo I 1

 

Un NUOVO CONTESTO del PENSIERO e i CIGNI NERI

sulle orme di David HUME e N. Nicholas TALEB

 

In un Mondo diretto a fracassarsi come “un bolide senza pilota, senza marcia indietro e senza freni, contro i limiti del pianeta”, sento l’indispensabile esigenza di  dare una svolta decisiva al mio pensiero e tentare di individuare nuovi percorsi ideali.

 

Siamo in un territorio privo di riferimenti anche astrali, senza tracce e solo vagamente illuminato.

 

Provo a posare al suolo, seguendo orme altrui, come ho detto e come, probabilmente è sempre stato nella storia, abbozzando una linea, del pietrisco, per cominciare, compattare, livellare; poi, semmai, ci sarà da approfondire, scavare, collocare sabbia, strati di terra, sbriciolatura di pietre dure, amalgamare con calcina, quindi rivestire con grosse lastre calcaree, e così via, fino a… già fino a dove?

 

Parto per motivi epistemologici, che nel corso dell’elaborato, appariranno, via via, più chiari, da Nassim Nicholas TALEB, professore di scienze dell’incertezza all’Università di New York, operatore di borsa, saggista, umanista e filosofo, autore del libro “Il Cigno nero”.

 

Ma che razza di Mondo è questo? Proprio questo, attuale, presente, nel quotidiano, come se potesse essere fermato in un istante da una macchina del tempo.

Riterrei che possiamo definirlo un Mondo dove sovrabbondano i Cigni neri.

 

Procediamo per ordine.

Che cosa è un “cigno nero”?

Ce lo dice lo stesso Taleb, come più avanti vedremo: l’EVENTO ECCEZIONALE, l’IGNOTO, attraverso varie sfumature.

Ad essi, ai cigni neri, è sempre stato affidato il destino dell’Umanità e da essi, quindi, dipende il suo futuro? E non sono prevedibili; assolutamente inutile tentare di prevederli.

Lo vedremo costruendo, pian piano, la strada e, passo dopo passo, percorrendola.

 

Alcuni esempi:

Chi aveva previsto, se non con elucubrazioni mentali del senno di poi, il successo SCHIACCIANTE di un tale Macron alle elezioni francesi?

 

E qualcuno ha prestato particolare attenzione all’ECCEZIONALE EVENTO del concerto modenese di Vasco Rossi, a 65 anni, con un incasso di 36 milioni di €?

250mila persone presenti (70mila più degli abitanti di Modena). Record mondiale assoluto in una sola serata; più di Paul Mc Cartney a Rio de Janeiro nel 1990 (185mila), o di Madonna a Parigi nel 1987 (130mila). Gli affollatissimi comizi di Enrico Berlinguer raccoglievano, al massimo, 70/80mila persone [lasciamo perdere gli oceanici proclami pilotati del Duce (come del Führer, credo) per ovvi motivi, nonché le kermesse papali, settorializzate a ragnatela].

Indubbiamente qualcosa di inatteso e imprevedibile, un “cigno nero”, appunto.

 

E, parallelamente, c’è qualcosa di simile nell’ordine, la civiltà e la tranquillità con cui gli spettatori sono intervenuti e successivamente si sono allontanati.

E’ quello che, secondo la terminologia di Taleb, potremmo definire un Cigno nero “a metà” (v. nel libro citato, pag.58), cioè tale da poter essere gestito, con competenza ed attenzione, pur appartenendo alle proprie dinamiche non conosciute e non conoscibili.

 

Tralascerò di parlare della sorprendente affermazione di Trump nelle elezioni americane, viste le probabili implicazioni di altre componenti (vedi servizi segreti ecc.), stando alle pur sciatte mezze verità dei media, che non hanno nulla a che vedere con l’incertezza e l’imprevedibilità e non  permettono un pensiero “pulito”, per cui non ne deriva alcun apporto sul piano argomentativo (e altrettanto potrebbe dirsi circa fenomeni come l’ISIS, al- Qaida, ecc.).

 

Merita menzione, invece, il fenomeno dell’immigrazione dai Paesi del Terzo Mondo.

E’ indubitabile che, in breve tempo, si è passati da qualche migliaio di arrivi annuali, a qualche migliaio mensili, poi settimanali, ormai giornalieri.

 

Devo subito dire che non faccio riferimento ad alcun orientamento politico, in  proposito.

L’inevitabile esigenza di portare acqua al proprio mulino, in questo ambito, gli interessi sottostanti, variamente opposti e strumentali, le mistificazioni a sfondo elettorale, non permettono, anche qui di acquisire elementi utili alla ricerca, ottenere un pensiero “pulito”.

 

Devo dire anche che trovo ambigui e, sostanzialmente falsi i discorsi “umanitari” dei “salvataggi” in mare, o comunque alle frontiere, abbinati, senza neanche troppi salamelecchi ai discorsi dei “respingimenti” e dei “rimpatri”, così come ai proponimenti “aiutiamoli a casa loro” ecc. quindi non ne tengo conto affatto.

 

Trovo, infine, ridicola e, sostanzialmente diretta a prendere per i fondelli lettori e ascoltatori, la distinzione, che viene diffusamente enfatizzata, tra chi fugge dalla guerra, o da persecuzioni dittatoriali, e chi fugge dalla fame.

In tutti i casi, si soffre, si muore e si vedono morire e soffrire i propri cari.

 

Chiarito tutto ciò, mi pare abbastanza evidente che la situazione “migratoria” alla quale ho appena fatto cenno, prelude ad un “cigno nero”.

Ma… quale sarà? Come sarà?

Come già detto, inutile affannarsi su queste domande; ma vivere, nel frattempo, nel MONDO dei SOGNI, non credo sia la scelta migliore.

 

Starei per dire qualcosa anche sul Vaticano ma… qui è come per le testimonianze nei processi giudiziari: se sono troppo precise, particolareggiate e coerenti, c’è puzza di bruciato; e così, viceversa, se sono molto confuse, contraddittorie e approssimative, c’è puzza di bruciato.

Allora ogni giudizio rimane in sospeso.

Notiamo solo che Giovanni Paolo I° morì giusto in tempo perché quello che, a prima vista, sembrerebbe un “cigno nero”, si realizzasse:

Giovanni Paolo II° rappresentò l’epocale passaggio, nei Paesi dell’Est, dal Comunismo al Liberalismo, e quindi dalla Chiesa clandestina, a quella libera e riconosciuta.

Ugualmente le dimissioni di Papa Ratzinger, con tempismo formidabile, diedero la stura all’Era di Francesco, il Papa del Consenso.

Tutte opere del “cigno nero”, nei casi considerati, travestito da Spirito Santo?

 

Ma, fatto questo breve excursus, torniamo al libro di Taleb e agli interessanti spunti che da esso possiamo trarre.

 

 

Prima dell’Australia (diciamo da metà del XVII secolo, fino a Cook nel 1770, ed oltre) si credeva che esistessero unicamente i cigni bianchi.

Di fronte alla “scoperta” per caso del cigno nero, tutti restarono sbalorditi.

 

Questo diventa, per Taleb, emblematico dell’evolversi della storia dell’Umanità.

 

Non si può PREVEDERE un “cigno nero”, così come Cristoforo Colombo non poteva prevedere che lungo la rotta per l’India, si sarebbe imbattuto in un Continente.

Forse non fu così per chi c’era stato prima, o forse sì; ma qui si può dire che il modo di rapportarsi, poi, al sopravvenire del “cigno nero”, dipende dalla cultura, dai condizionamenti, dalle capacità e dalla volontà di chi, in esso, si imbatte.

In determinate condizioni, pur esclusa la prevedibilità, si possono, tuttavia gestire i “cigni neri”, o da essi ci si può difendere; ma con quali risultati? Quali prospettive?

E’ tutto molto vago e nebuloso, tuttavia vero e naturale; in altri ragionamenti, apparentemente ineccepibili, c’è molta fuffa, se non doppiezza, o inganno.

 

LA CONOSCENZA, certamente aiuta; ma entro quali limiti? E che cosa conoscere?

Taleb propone la parabola del “tacchino”; esso apprende che tutti i giorni viene nutrito, e in modo sempre più consistente.

Se dovesse basare le sue aspettative future, su quelle passate, dovrebbe concludere che ha davanti a sé una vita di grande gioia e benessere; ed ecco “il cigno nero” (per lui) del giorno del ringraziamento.

Quindi siamo di fronte ad uno dei tanti casi di CONOSCENZA FALSATA, e di investimento eccessivo e fuorviante su di essa; come può accadere anche nelle CALUNNIE passate per vere, e così via.

Peraltro il PASSATO non può essere trascorso invano, va considerato. E qui si gioca tutto.

 

Una BIBLIOTECA è un luogo di ricerca; non è quindi necessario aver letto tutti (o quasi) i libri in essa contenuti; è invece, a volte, indispensabile, consultarli.

 

Anzi… ma qui non  sono molto d’accordo…  i LIBRI NON LETTI avrebbero un valore maggiore di quelli letti, perché segnano la MISURA dell’IGNORANZA del fruitore della biblioteca, quindi sono parametri di MODESTIA, di RISPETTO.

I LIBRI LETTI, invece, danno la sensazione del possesso, della pretesa PADRONANZA del SAPERE; indurrebbero, quindi, all’ARROGANZA.

 

Il prof. Taleb ci parla accoratamente del suo originario Libano; una volta esempio di armonia e coesistenza, incrocio miracoloso tra “cultura orientale” e “cultura occidentale”.

 

Quel “Paradiso” in terra, che occorsero secoli per costruire, con accumulo di tasselli storici che sembravano indistruttibili, in pochi anni fu sconvolto e annientato da eventi bellici che, solo col senno di poi, si “scoprì” essere quasi logici e ineludibili.

 

Questa è la VERA STORIA, non i racconti dei giornali e dei libri ad uso e consumo di scuole, interessi di partito, sistemi informativi, ecc.; non una “progressione continua” di eventi, ma un susseguirsi di eventi che saltano da una frattura all’altra, con qualche vibrazione in  mezzo.

Questo dà adito a molteplici casi di “revisionismo storico”, il cui carattere fondamentale è la DISTORSIONE RETROSPETTIVA.

 

Come stanno effettivamente le cose?