TIZZONI ARDENTI nel MONDO

Il RINASCIMENTO ITALIANO fu l'ultimo momento di GRANDE STORIA in Italia.

Esso rappresentava l'uscita dal MEDIO EVO dell'anima classica che lo percorreva (Antica Grecia e Magna Grecia), dopo essere stata SCHIACCIATA ma non ANNIENTATA dall'Imperialismo Romano.

Era una grande INTUIZIONE (pur nell'imperfezione umana, che comportava comunque, ingiustizie, scompensi ecc.); avrebbe richiesto ben altra INTERPRETAZIONE e ben altra EVOLUZIONE.

Il CALVINISMO, il PROTESTANTESIMO e poi l'ILLUMINISMO, l'EGEMONIA che si affermarono nel resto d'Europa, rappresentavano invece, l'uscita dal MEDIO EVO, dell'anima organizzativa, amministrativa, di dominio dell'Impero ROMANO che, poi, nel tempo, almeno fin qui è risultata VINCENTE.

La STORIA non si può fare con i SE e con i MA, tuttavia qualche osservazione è legittima:

Se l'ITALIA, nel suo insieme, fosse uscita dal SECOLO dei LUMI con una sua ORIGINALITA' e CAPACITA' di proposizione, semmai anche attraverso accordi politici, economici, programmatici tra i vari Stati, ecc. probabilmente oggi saremmo di fronte a ben altri scenari.

L'ITALIA invece ha INSEGUITO gli altri Stati Europei, attraverso il c.d. "Risorgimento", arrivando a traguardi già abbondantemente raggiunti e superati dagli altri, ASSOGGETTATA ad un dominio psicologico della Chiesa Cattolica che non ha favorito la libertà e autonomia del governo laico.

Tutto ciò si è poi aggravato enormemente col FASCISMO, poi crollato, ma di molti suoi PESI e LEGAMI non ci siamo ancora liberati.

Mentre gli altri avevano gli Statisti che hanno percorso i grandi viali e realizzato le Grandi Nazioni in Europa, in America, in Asia, noi abbiamo avviato il nostro futuro, sul percorso dei viottoli, tracciato dai Garibaldi, Mazzini, Cavour; e li abbiamo pure ringraziati con monumenti, intitolazioni di piazze ecc.

Oggi ci lamentiamo di tutto questo, ma continuiamo a percorrere quei viottoli, senza capacità di un salto culturale e politico. Continuiamo a celebrare l'"Unità d'Italia", anche con partecipazione dei discendenti di quelli che hanno messo il sigillo sulla decadenza dell'Italia; continuiamo a CELEBRARE la Prima Guerra Mondiale e SCARSISSIMO peso diamo al riscatto ideale della LIBERAZIONE dell'Italia, dopo l'obbrobrio del FASCISMO (che ancora ha molte propaggini in giro; tanto per dire quale è la situazione culturale e intellettiva in Italia).

Nessuna originalità, nessuna proposta meditata e nuova; appiattimento sull'esistente, sui nostri problemi ecc.

Continueremo a stare a rimorchio degli altri e, che sia un bene o un male, non dipenderà da noi.

Pessima prospettiva questa ma... non interessa molto a nessuno.

 

 

QUALCOSA CHE NON STANCHI

Tutte le cose del Mondo

Nel VI – V secolo a. C., mentre molte perle di quel grande patrimonio intellettuale e spirituale ellenico, che con l’occhio indagatore dei posteri, fu visto nel felice connubio di tesis e metis, o, con impronta più marcatamente illuminista, di esprit de géométriee ed esprit de finesse, venivano messe in luce, tra l’Egeo, lo Ionio e il Tirreno, Roma completava la conquista del Lazio, sconfiggeva gli Etruschi e i Sanniti e assumeva la forma di governo repubblicana.

Nessuno poteva ancora saperlo, ma era stato gettato il seme di un grande Impero.

Da una sola città, era prossimo ad essere generato il più grande Impero di tutti i tempi; l’unico che può fregiarsi del titolo di Fondatore dell'Imperialismo.

Poi le cose si sono evolute in un certo modo. Altri Imperialismi si sono ispirati, sono stati continuatori dell’Imperialismo romano, o hanno cercato, più o meno infruttuosamente, di perpetuare in sé l’Impero Romano, che in quanto epopea, in quanto umana vicenda, era giunto, sotto il profilo pratico e fenomenico, dopo oltre 1000 anni di grandezza, alla sua irreversibile fine.

Anche l’età classica ha avuto scintille di rinascita nel riconoscimento della sua identità, dopo la caduta dell’Impero Romano che l’aveva in sé omologata, e dopo la gestazione del lungo Medio Evo.

Molti intellettuali e storici moderni individuano nel Rinascimento l’”erede spirituale della Grecia classica”.

Sono assolutamente d’accordo, e personalmente ritengo che il periodo rinascimentale troverebbe migliore puntualizzazione nell’essere definito il vero Periodo Neoclassico.

Senza alcuna intenzione di interferire con i pareri e i giudizi dei grandi studiosi del Rinascimento, del suo significato rispetto alle epoche precedenti e del periodo di riferimento, mi limito qui ad affermare, con sufficiente determinazione, che esso fu un fenomeno prettamente italiano, sia pure con lingue di fuoco che lambivano il resto d’Europa, come dimostrato dagli artisti fiamminghi, altri grandi pensatori, come Erasmo da Rotterdam, che a lungo viaggiò in Italia, così come Albrecht Dürer soggiornò per lunghi periodi a Venezia, ecc.

Anche questa epoca si arenò stancamente sulle sponde ad essa estranee dell’Era Moderna.