LA COSTITUZIONE ITALIANA

 

In un certo senso la COSTITUZIONE è la “madre di tutte le leggi”.

Sotto questo aspetto, essa può essere esaminata da due angoli di visuale: quello del suo SIGNIFICATO di fronte alla STORIA, e quello del suo VALORE nella ATTUALITA’ della vita sociale.

Sul versante del profilo storico della Costituzione Italiana, non possiamo che affermare senza alcun dubbio, che essa ha segnato un passaggio epocale, ha rivoluzionato le prospettive, i parametri esistenziali e i rapporti interpersonali dei cittadini italiani, ha promosso le speranze e posto fine agli incubi del popolo; e si è quindi meritata in pieno, la definizione di “Costituzione più bella del Mondo”.

Provenivamo dall'abominio e dall’oscurantismo della dittatura, dei lutti, degli orrori e delle distruzioni, dello scontro tra due concezioni assolutamente opposte, della vita pubblica, delle relazioni internazionali, dei valori esistenziali, che ha visto drammaticamente, e con una violenza senza precedenti, sconfitto, travolto e umiliato il sistema NAZIFASCISTA.

Il passaggio da questo stato delle cose alla DEMOCRAZIA è dovuto, in massima parte, alla Costituzione del 1948, ed è quindi vero che essa trova le sue radici e le sue ragioni di essere nel sangue versato, nelle sofferenze, nei sacrifici e nel coraggio dei partigiani, dei combattenti, dei comuni civili che hanno coordinato, collegato, incoraggiato e sostenuto la RESISTENZA.

Come tale, quale massima vigilanza acciocché mai più risorga il nazifascismo, può essere riconosciuta di maggior garanzia, se non la nostra Costituzione?

Questa valutazione è, per così dire, assoluta; senza “se” e senza “ma” e credo di non dover aggiungere null’altro perché sia ben chiaro il mio pensiero in proposito, e nessun capovolgimento o revisione della situazione possa affermarsi, secondo il mio punto di vista e per quanto mi riguarda.

 

Sul versante della corrispondenza di essa all’attualità dei tempi, sostengo, invece, e lo anticipo fin d’ora, che la Costituzione Italiana richiede significative riconsiderazioni e un messa a punto generale, che la liberi dalle incrostazioni determinate dall’urgenza di promulgazione, a suo tempo indispensabile, e dal confronto con i nuovi tempi, sopraggiunti in modo incalzante e, per molti versi, imprevedibile.

Segnalo qui, per accenni, alcuni punti, in  particolare:

INGERENZA IMPROPRIA della RELIGIONE sulla CONDUZIONE dello STATO LAICO

Non dico di abrogare l’art.7, probabilmente inserito, a suo tempo, per non esercitare una eccessiva pressione sulla componente cattolica della società italiana, in un momento in cui non c’era che da considerare il troppo sangue versato, e cercare di intraprendere una strada che portasse il più possibile, lontano da esso; ed ora non più eliminabile, se non al prezzo di disorientare fortemente i cittadini, circa le motivazioni, gli obiettivi, ecc..

Tuttavia, dovendosi prendere atto che, in modo sempre più evidente e consistente, l’apparato della Chiesa, non si limita più ad operare al fine di salvaguardare la propria struttura ideale e secolare, ma interviene massicciamente, nelle questioni interne dello Stato Italiano, con prese di posizione, indirizzi, veti ecc. (come nel divorzio, nell’aborto, nel testamento biologico, nei matrimoni omosessuali, nel difficile tema dell’eutanasia, addirittura nella presenza di simboli religiosi negli uffici pubblici, e così via) occorrerebbe introdurre un nuovo schema normativo che separi in modo netto l’ambito della vita sociale e personale degli Italiani, da quello della coscienza individuale ed, eventualmente, associativa.

 

ANTIFASCISMO

Anche qui occorre prendere atto dei nuovi tempi; anche se non bisogna dimenticare che all’indomani del nuovo corso, quasi tutti i responsabili morali e operativi, civili e militari del regime fascista, furono mantenuti al loro posto o, addirittura, progredirono in carriera; nessun processo contro i criminali che devastarono l’Italia fu celebrato; l’emblema di tutto questo fu il famigerato “armadio della vergogna”.

Oggi, di fronte ai possenti rigurgiti di fascismo, si vede bene quanto sia blando il generico divieto di ricostituzione del partito fascista.

Occorrerebbe, indubbiamente, un maggior tono, un maggior richiamo alla presa di coscienza individuale e collettiva di respingimento di un obbrobrio e un veleno per la libertà e la civiltà del nostro Paese.

La castroneria del rientro operettistico della salma di Vittorio Emanuele III in Italia, tra la pompa magna e il sottobanco, e la burlesca rivolta degli ultimi due rappresentanti della desolante Casa Savoia, per non aver ottenuto l’onore del Pantheon, così come ripresa e riciclata dai media avvezzi al gossip, non vanno certo in tal senso.

 

ELEFANTIASI ISTITUZIONALE

L’imponente consistenza numerica del Parlamento Italiano, comprensibile quando uscivamo da un sistema politico che aveva annullato e umiliato il Parlamento, è fonte di enormi ritardi e di costi ormai insostenibili.

Altrettanto dicasi dell’apparato pantagruelico degli Enti inutili, tanto spartanamente così definiti, e tanto sdolcinatamente tenuti in vita.

Tutto l’apparato statale andrebbe snellito e migliorato qualitativamente; anche se, proprio di recente, una accurata e capillare propaganda reazionaria  (mi riferisco alla ineccepibile campagna referendaria che è poi risultata vincente, come tutti sanno)  ha avuto ragione del popolo italiano, e ne ha spezzato l’impulso di rinnovamento e ammodernamento che, in un primo momento, aveva segnalato di voler attuare.

 

QUESTIONI VARIE

Andrebbe studiata la possibilità che già a livello costituzionale vengano messe le premesse per una legislazione che faccia in modo che, mai più, per il futuro, si verifichi il caso di una sola persona in palese conflitto di interessi con lo Stato, che concentri nelle sue mani, tutte le leve del potere; che mai più ci siano torture di Stato, come quella del Diaz, che mai più possa essere emanato un “editto bulgaro”, che mai più possano i mafiosi espandersi ed accedere ai vertici dello Stato, che mai più possa esistere una “strategia della tensione”, esistere un sistema di corruzione ampio e diffuso in tutto il territorio dello Stato e in tutta la classe politica e dirigente, esistere una consistente e dilagante evasione fiscale,  affermarsi il terrorismo, lo “stragismo”, e così via.

IN DEFINITIVA

E’ bene che ci sia tutto l’amore possibile e immaginabile per la nostra Costituzione; ma come non mancheremmo di CURARE un nostro figlio, nipote, un nostro stretto familiare, come non mancheremmo di PROCURARE che stia sempre meglio e possa REALIZZARE le sue speranze e i suoi sogni; così dovremmo considerare la Costituzione Italiana, come una nostra CREATURA, nata, appunto, da lacrime, sudore e sangue, che, nel momento in cui occorre, vada assistita, migliorata e potenziata.