La REGOLA del RINVIO

II puntata

La REGOLA del RINVIO

I ferventi Cristiani, hanno l’aspettativa del Paradiso, ma si incazzano se non vivono il più a lungo possibile in questa “valle di lacrime”.

Questo accade anche nelle cose terrene, e molti sono i riscontri a tutto ciò.

RINVIARE  vale, ad esempio, per quelli che l’economista e filosofo francese Serge LATOUCHE, vede come fattori di crescita abnorme dell’economia, e quindi i MALI FONDAMENTALI dell’Umanità:

la PUBBLICITA’, le BANCHE, la OSTENTAZIONE dei BENI, la (finta) OBSOLESCENZA dei BENI.

Chi oserebbe teorizzare l’oscuramento drastico della PUBBLICITA’? E tutti quelli che ci lavorano? Produttori, commercianti, dipendenti; anche nell’indotto, nelle scuole settoriali ecc.; e le aziende che prosperano e danno posti di lavoro? L’economia che gira e produce miglioramenti sociali? Che fine farebbero?

Altrettanto vale per le BANCHE. E i funzionari, ma soprattutto le miriadi di impiegati e le loro famiglie? E la sorte dei risparmiatori? E coloro che, attraverso prestiti, mutui ecc. riescono a salvare le proprie aziende, o ad adeguarle alle richieste di mercato, aumentando i posti di lavoro? E così via.

L’OSTENTAZIONE dei beni, non è forse quella pratica usuale che permette, tra l’altro, a Società come le francesi Lvmh e Vivendi SA di fare shopping in Italia? Con conseguente e corrente giudizio di lode e consenso per l’apparato socio-economico, e, in definitiva, politico, della Francia, e di denigrazione e protesta per come vengono gestite e come vanno le cose in Italia.

Persino realtà di non grande consistenza, ma di grande eccellenza, sono andate perdute, cedute a chi, evidentemente, sapeva meglio fare il lavoro che c’era da fare, quali: la Pasticceria Cova di Milano, la Loro Piana, leader nel tessile di qualità, Fendi, Bulgari, Acqua di Parma, e così via.

CEDERE? E’ così che bisogna fare?

Non cambia il discorso per l’OBSOLESCENZA dei beni; uno dei canali attraverso i quali passa il consumismo.

C’è forse qualcuno che, a cuor leggero, provocherebbe, da un giorno all’altro, o in poco tempo,  licenziamenti a catena, chiusure di aziende, fallimenti, anche di propri familiari, amici ecc., in vista di un “BENE SUPERIORE”, con gli intuitivi scompensi e sconvolgimenti sociali che si determinerebbero?

Va così (per ora):

da una parte il MESSAGGIO è “bisogna crescere, bisogna espandersi”, e da un’altra parte, c’è l’altro MESSAGGIO: continuando così l’INQUINAMENTO, anche tossico, farà morire il Pianeta, l’incontrollato INCREMENTO DEMOGRAFICO  sarà insostenibile ed esplosivo (ma intanto ci si lamenta delle “culle vuote” e si invita e si opera affinché aumentino le nascite), gli SCONVOLGIMENTI CLIMATICI saranno sempre più dilaganti e distruttivi, ecc.

E’ come per la mano d’opera degli extracomunitari:

NESSUNO li VUOLE perché c’è sovraffollamento, l’”identità nazionale” va a puttane, rubano il lavoro alle persone e alle famiglie appartenenti ai luoghi di accoglienza, aumenta la criminalità.

TUTTI LI VOGLIONO perché lavorano a basso costo, non hanno pretese sindacali, non si mettono in malattia, non scioperano, non vanno in ferie, si prodigano molto di più dei lavoratori nazionali ecc.

In pratica sono i “nuovi schiavi”.

E il FEMMINISMO?

Dopo l’exploit, nel secolo scorso, degli anni della “contestazione”, non è forse approdato a qualcosa di diverso? C’è, per una donna, un complimento, oggi, più gettonato di “bella figa”?

Ma chi OSEREBBE oggi richiamare l’attenzione delle donne, tra cui, ovviamente, fidanzate, mogli, amanti, figlie, nipoti ecc. sulla CONVENIENZA di “sminuire” la propria bellezza, gioventù, fascino ecc. per PRIVILEGIARE i VALORI della mente, dell’impegno sociale ecc.?

E così è per il “lavaggio del cervello” e la subcultura della TELEVISIONE.

Qualcuno ha il coraggio di estromettere drasticamente la TV dall’ambito familiare? E anche se fosse? Il  fatto che qualcuno non guarda la TV, potrebbe avere forse una qualche, pur minima, incidenza sul fenomeno in  generale?

“Fenomeno di benessere”, da un altro angolo di visuale, che tra l’altro, diffonde altro “benessere”, come CINEMA, VACANZE, OPERATORI TURISTICI, AGENZIE di VIAGGIO,  ELETTRODOMESTICI, MACCHINE, SISTEMI INFORMATICI ecc.

Siamo in pieno, qui, nel “MEDIOCRISTAN” (mi ci sono diffusamente trattenuto nella prima parte).

E l’abuso dei TELEFONINI, I-pad ecc.?

Anche se ce la metti tutta, è praticamente IMPOSSIBILE uscirne, almeno fin quando non CAMBIERA’ QUALCOSA, perché ci sono molteplici altri parametri, con cui confrontarsi.

La DECRESCITA FELICE, per dirla in sintesi (Serge Latouche, Maurizio Pallante, altri), con tutti i limiti, problemi e difficoltà di questa corrente di pensiero, ma, in ogni caso, il RIDIMENSIONAMENTO dello sfruttamento delle risorse del Pianeta, il RIEQUILIBRIO dei rapporti organizzativi, produttivi e lavorativi, la RIPRESA di coscienza e il RICONOSCIMENTO dei valori sani e soddisfacenti della vita, il CAMBIAMENTO di stili di vita smodati, per privilegiare la sobrietà e frugalità, indicano, a tutt’oggi, la strada più convincente, mi sembra, perché l’Umanità, alla quale attribuisco, convenzionalmente, 10.000 anni di storia, alle spalle, non debba estinguersi ovvero trasformarsi in modo terribile o, addirittura raccapricciante, nell’arco di 2 o 3 secoli (non vorrei essere ottimista); il che significherebbe accettare che i nostri discendenti sono “a termine”.

In ogni caso è una strada che non c’è motivo alcuno per DISPREZZARE, piuttosto che FAVORIRE, INTRAPRENDERE GIOIOSAMENTE.

Altre soluzioni? Accordi tra gli Stati più potenti e inquinatori per fare qualcosa per salvaguardare l’ecologia, ma in principalità i propri interessi, con previsioni di realizzazione che, fatalmente e sistematicamente, vanno oltre il termine di non ritorno, scientificamente stimato? La fuga altrove (dove?) attraverso i buchi neri (Hawking docet)? Scoprire qualcosa che, come la pietra filosofale, metta tutto a posto? Queste ed altre “trovate”, mi sembrano oggi come oggi (ed è proprio OGGI che vorrei si dicesse e facesse qualcosa di vero, di concreto, non DOMANI; non assuefarci supinamente alla “regola del rinvio”, pur dovendone tenere conto)  sciocchezze che soddisfano unicamente la brama di notorietà, consensi e ricchezza di che ne è artefice.

Tuttavia non si può né teorizzare, né mettere in pratica, da un giorno all’altro, la vita da esistenzialisti in larga scala, il primato del modello del barbone, l’andazzo delle invettive e piagnistei, la giustezza di prendersela con gli altri, per la propria inconsistenza, o, al contrario, la simulazione di una riuscita “ricerca della felicità”, mai neanche tentata.

Questo è lo “stato dell’arte”, al giorno d’oggi.

E’ che, come ho già detto, non entrare proprio nell’imperialismo era la “scommessa”, ormai definitivamente perduta.

Il discorso parte da lontano:  dall’imperialismo del Nord Europa e dell’Inghilterra, sull’onda del liberismo e dello stesso illuminismo, figli del protestantesimo e risalendo sempre più indietro, dall’anima preponderante, di conquista e di possesso, dell’IMPERIALISMO ROMANO come sfociata nel Medio Evo.

Di questo ho già parlato varie volte e mi sembra superfluo, ritornarci sopra qui.

 

Vorrei concludere, ora, questa parte, con un racconto aneddotico.

Due miei nipoti adolescenti cominciano a manifestare le loro idee, i loro intenti e i loro desideri anche in materia lavorativa e di collocazione sociale.

Uno dei due ha chiaramente detto che il suo obiettivo prioritario, sia pure non  disdegnando la gradevolezza del campo lavorativo che sarà prescelto,  è “DIVENTARE RICCO”.

L’altro, pur non essendo in “contraddizione antagonista” (come si diceva una volta) con il primo, ha dichiarato che vuole principalmente “REALIZZARSI nel LAVORO”; essere soddisfatto di quello che fa, cercando, nel contempo, ovviamente, di vivere bene.

Che cosa significa questo, sempre che vengano confermate le premesse?

Secondo me, che il PRIMO è chiaramente indirizzato verso l’ESTREMISTAN (v. “IL CIGNO NERO” N. Nicholas Taleb; “DOVE VA IL MONDO” Ia parte, in questo BLOG).

Corre dei rischi; può “diventare ricco”, ma anche “non diventare ricco”; o forse “diventare povero”.

Svolgerà, certamente, un’attività “SCALABILE”. Conseguendo un “piccolo” vantaggio, rispetto ad altri, potrà AVERE TUTTO, ma, nella dinamica concorrenziale, potrà anche PERDERE TUTTO.

Il SECONDO va verso il MEDIOCRISTAN (ibidem).

Certamente non sarà miliardario, ma neanche un clochard, a parte anche qui strani  “cigni neri” in giro, ma, forse, meno rari di quanto non si possa immaginare (il “cigno nero” e le “mosche bianche”?).

Se sarà costante nel seguire la sua strada, potrà avere un sufficiente tasso di “felicità” nella sua vita.

Ciò che farà come attività sarà, in linea di massima, “NON SCALABILE”; nessuno potrà metterlo seriamente in crisi. Dovrà, ovviamente, darsi da fare per affermarsi nel suo campo.

Per dirla con linguaggio geografico, nello spirito, del presente elaborato:

Il PRIMO va, indubbiamente, verso Hong Kong, o meglio, verso l’Hong Kong consensus.

Il SECONDO va da un’altra parte, non  diametralmente opposta, ma molto diversa; verso la Madrepatria, diciamo.

Nell’era dei “nuovi lavori” (quali, ad esempio, ideatori e realizzatori di app e videogiochi, amministratori di network, blogger, youtuber ecc.) e della “regola del RINVIO”, chi dei due avrà avuto ragione, o torto? O più ragione, o più torto dell’altro?

Estremamente difficile dirlo, praticamente impossibile.

Eppure avrebbe (o avrà) una valenza decisiva scoprirlo; ma io devo fermarmi qui.

FINE IIa PARTE

Alberto Liguoro