Pompei - il sauro bardato

 

La recente scoperta, nei continui lavori degli SCAVI di POMPEI, del SAURO BARDATO, che è venuto alla luce, oltre 2000 anni dopo la sua sepoltura sotto il magma e le esplosioni rocciose del Vesuvio, i crolli e le macerie di una intera città, si rivela una INCREDIBILE sintesi di RIFERIMENTI METAFORICI di grande attualità; proprio come se l’ANIMA di quello splendido cavallo, avesse, con un solo BALZO COSMICO, scavalcato tutti i secoli trascorsi.

Sotto i nostri occhi prende forma la prova materiale che il senso dell’EFFIMERO ha, paradossalmente, una VALENZA universale:

qualche ora, forse, prima della FAMOSA ERUZIONE del Vesuvio del 79 d.C., il generale, o magistrato che, a giudicare dai finimenti del cavallo, ne era proprietario, aveva davanti a sé una delle tante giornate di intensa e prestigiosa attività amministrativa, familiare, conviviale, che lo accompagnavano in una vita più o meno lunga e prospera, della quale sarebbero rimaste tracce, negli scritti archiviati, nei disegni, nei ricordi annotati, nelle opere sue o dei suoi familiari, amici, collaboratori, magari dei suoi oppositori, e così via.

Invece, dopo poche ore, di tutto questo non rimaneva più nulla, se non quello che sarebbe venuto fuori 20 secoli dopo, grazie alla moderna tecnologia: il corpo del cavallo lussuosamente bardato; qualche ipotesi sulla scena in atto, al momento della tragica fine, e del magistrato o generale, non sappiamo null’altro, neanche il nome, forse per sempre.

Quel cavaliere, ma l’intera città di Pompei, si può dire, anche per quanto risulta materialmente dalla ricostruzione fisica dei corpi ritrovati, nel tempo, NON potevano PREVEDERE che quel giorno dell’ESTATE o dell’AUTUNNO (oggi c’è incertezza su quella che sembrava una attendibile collocazione nell’estate di quello che per i contemporanei, doveva essere l’anno 832 A.U.C., ma cambia ben poco) sarebbero andati incontro ad un  CIGNO NERO negativo. Quanti progetti erano in  corso? Quanti investimenti? Quante sicure scommesse o alternative considerate? Magari il generale o magistrato doveva da lì a pochi giorni, sposarsi, o festeggiare insieme ad altri un matrimonio, una nascita, o partecipare ad un  funerale, e così anche gli altri. Il cavallo e il cavaliere avrebbero fatto, in ogni caso, una gran figura davanti al popolo acclamante (o forse scontento?); da alcune iscrizioni, sembrerebbe che erano prossime delle elezioni di amministratori cittadini. Erano pronti i comizi? Quali programmi venivano proposti? Chi avrebbe vinto?

Tutto questo era nella dinamica, nelle vicende che si presentavano, e invece… un EVENTO INIMMAGINABILE, un CIGNO NERO era lì pronto ad ELIMINARE tutto d’un sol colpo.

PERFIDAMENTE? Sì, perfidamente, è CERTO.

Ma… il DEBITORE, magari di Neapolis, o di Puteoli che doveva soldi, magari MOLTI soldi, forse presi per bisogno, a usura, dall’abile e spregiudicato STROZZINO pompeiano, siamo proprio sicuri che, dentro di sé, in un angolo remoto e segreto della sua coscienza, non ESULTASSE?

Ugualmente OGGI un’improvvisa CATASTROFE può cancellare SOGNI, GIOIE, INIZIATIVE, SENTIMENTI; così come un’improvvisa VITTORIA, una RAGIONE affermata, riconosciuta, un SUCCESSO può CAPOVOLGERE il tuo Mondo.

E tutto questo, io lo vedo come RAPPRESENTATO, SCOLPITO nelle decorazioni in bronzo del pettorale, dei finimenti, della sella del SAURO BARDATO.

Un breve cenno, infine,  a COME l’INESORABILE FALCE del TEMPO si abbatte su TUTTO, sulle piccole cose, i campi, le botteghe e le SPLENDIDE CITTA’ e CIVILTA’ GRANDIOSE; come è dovunque, e come, in modo particolare, nell’IMPAREGGIABILE SPECCHIO del Mediterraneo, è possibile constatare; e di cui bisogna tener conto in ogni relativa RIFLESSIONE e DISPUTA.

La città di Pompei, come si è visto, e  come in modo sempre più netto e rifinito, si vede dagli scavi in corso, era una città di GRANDE RICCHEZZA e di GRANDE IMPORTANZA AMMINISTRATIVA e COMMERCIALE; ce lo dicono le strade, le tecniche con cui veniva portata acqua corrente anche nei piani superiori, gli affreschi, le ville, i luoghi dedicati al lavoro, al tempo libero e agli spettacoli, e così via.

Che cosa rimane di essa?

Oggi la “nuova” Pompei è una cittadina, pur di un certo rilievo, ma senza particolare e rimarchevole consistenza in relazione alle città dell’area.

Ma ciò non è dovuto all’eruzione del Vesuvio; anzi, per quanto ciò abbia strane e inquietanti connotazioni, essa ha conservate intatte le strutture, le infrastrutture e le storie dell’epoca; in mancanza avremmo immaginato, in questo caso, molto MENO di ciò che in realtà c’era da credere.

Il pensiero va in modo diretto e naturale, alla CADUTA dell’IMPERO ROMANO, il più grande IMPIANTO di leggi, di usi e costumi, di sitema giudiziario, di organizzazione amministrativa e di dominio, nonché di mestieri, di architettura, di rete stradale, arti, letteratura, cultura scientifica, di tutti tempi che, nella parte occidentale, sarebbe giunta, ad esaurimento di una lunga agonia, nel 476 d.C., e della quale l’ERUZIONE del VESUVIO che distrusse Pompei anticipava di 4 secoli i più vasti e dirompenti effetti.

Ma, ugualmente può dirsi di altre “intoccabili” POTENZE MONDIALI: l’Antico Egitto,  il Celeste Impero, le Civiltà dominanti Latino Americane, e così via.

Ugualmente oggi, quel cavallo senza cavaliere, quello che è come un calco in gesso, sul quale, in modo surreale, persistono accenni di RICCHEZZA e di POTERE, che cosa ci dice? Che cosa ci comunica?

Possiamo noi davvero immaginare che lo STRAPOTERE OCCIDENTALE, il DOMINIO GLOBALE della CINA, attraverso le multinazionali e il consumismo, l’IMPERO INGLESE, e l’ESPORTAZIONE della DEMOCRAZIA AMERICANA, siano ETERNI?

Se lo pensiamo SIAMO STUPIDI;

se NON lo pensiamo, siamo semplicemente IGNAVI, e ce ne pentiremo, se ci limitiamo a questo, e non facciamo nulla, non ipotizziamo e decidiamo nulla per questo nostro Mondo che è sempre andato avanti, nella Storia, attraverso le DISTRUZIONI e le SOPRAFFAZIONI, sempre MIGLIORANDO o PEGGIORANDO alternativamente, ma senza nessun progetto generale perché non era nella mente degli uomini, non ce n’era bisogno.

Ora NON PIU’. È tutto nelle nostre mani.

La SALVEZZA del Mondo e del genere umano, o di quel che resta di ESSI, è nelle nostre mani.

E tutto questo io sento di acquisire nella mia percezione e nel mio intelletto, dall’ispirazione del cavallo bardato del I° secolo d.C., così come dalle parole e dalle idee della BUONA SCIENZA e della BUONA SOCIOLOGIA e FILOSOFIA dei nostri giorni.

Altri possibili spunti metaforici sono possibili; ma, per ora mi fermo qui.

Chiunque può lasciar sbizzarrire la sua mente, come crede.

Mentre sto scrivendo apprendo del terremoto di questa notte e prima mattina 25/26 dicembre 2018, a Catania.

Non sento di poter aggiungere altro.