Il GOVERNO della REPUBBLICA e la NUOVA ITALIA

 

 

In questo particolare momento storico, caratterizzato, in modo specifico, per quanto riguarda l’Italia:

dall’attacco massiccio e feroce della PANDEMIA, non fronteggiabile con la normale amministrazione e conduzione della vita pubblica ad opera di una MAGGIORANZA debole (sia di Destra che di Sinistra), continuamente e sistematicamente corrosa da una MINORANZA scalpitante e velleitaria;

da una DEPRESSIONE economica (in gran parte conseguente, ma non solo) fortissima, che riguarda tutti i Paesi del Mondo, tale da richiedere interventi del tutto ECCEZIONALI dell’Europa per uscirne, e quindi svariati miliardi di €, già stanziati, da saper custodire e spendere;

da una MESSA in DISCUSSIONE incosciente e contrastata in modo blando, della PERMANENZA del nostro Paese in Europa e nell’€, che non può essere ostacolata, se non a prezzo di ISOLAMENTO e ARRETRAMENTO civile e culturale;

da RIGURGITI gravemente lesivi ed enormemente pericolosi di AUTORITARISMO, CLERICALISMO, RAZZISMO, XENOFOBIA, OMOFOBIA;

per fronteggiare tutto questo occorreva un GOVERNO assolutamente fuori dagli schemi e al di sopra delle parti, un GOVERNO di UNITA’ POPOLARE, di SALUTE PUBBLICA, di SALVEZZA NAZIONALE, chiamiamolo come vogliamo; in ogni caso un Governo che fosse CAPACE di tirare fuori il nostro Paese dalle SECCHE, nelle quali stava, più o meno lentamente scivolando.

Concetto questo non estraneo alla STORIA REPUBBLICANA, quando attraversa periodi di crisi estrema, di eccezionalità, di necessità di reagire con rapidità e forza, per non perdere il terreno guadagnato, e andare avanti, fin dai tempi della Rivoluzione Francese, quando proprio grazie ad una simile soluzione, gli STRACCIONI FRANCESI riuscirono a sconfiggere l’AGGUERRITO ESERCITO della Coalizione degli Imperi Centrali a Valmy, nel settembre del 1792.

Così è nato il Governo DRAGHI, costituito da un sapiente mixage di Ministri tecnici, collocati nei punti chiave, e più delicati dell’attività di Governo, e Ministri politici, importante segnale del NON DISTACCO dello Stato dalla Politica, che sempre deve accompagnare la vita democratica di un Paese.

Detto anche il GOVERNO della REPUBBLICA, come da definizione dello stesso Draghi, è nato in modo abbastanza rocambolesco, su iniziativa di Matteo RENZI, a capo di un Partito, costola del PD, con una percentuale bassissima di seggi parlamentari, attraverso la saggia conduzione del Capo dello Stato, Sergio MATTARELLA, che ha prima cercato di risolvere la crisi con i normali meccanismi procedurali, ha poi incaricato un qualificato esponente dei 5STELLE (Roberto FICO Presidente della Camera), personalità di non poco conto, di verificare la possibilità di formare un Governo con forte base di consenso in Parlamento (il che si è rivelato infruttuoso); e ha, infine, chiamato al Quirinale Mario DRAGHI, dotato di un prestigio internazionale indiscusso, già da tempo soprannominato “Super Mario” che, per il bene del proprio Paese, non ha esitato a mettersi in discussione e rischiare il fallimento, nelle attuali condizioni socio-politiche dell’Italia, di questa impresa, che avrebbe decretato anche il suo “annullamento” come personalità pubblica, nonostante i prestigiosi incarichi già ricoperti.

Certo questo Governo, benefico per l’Italia, al di là di ogni ottimistica previsione, un “cigno nero” positivo dell’Estremistan, come, probabilmente, lo definirebbe Nassim Nicholas Taleb, lo studioso dell’”improbabile”, non nasce di punto in bianco come un fungo nel sottobosco.

Si comprende bene che è “creatura” gradita all’Europa (se non “creatura dell’Europa”). L’Italia ha un bisogno vitale di essere parte integrante dell’Europa, in questo Mondo sempre più globalizzato e dominato da Stati e Unioni di Stati potentissimi, multinazionali che travalicano i confini tradizionali e così via.

Nondimeno l’Italia è a sua volta essenziale per l’Europa (soprattutto dopo l’uscita della Gran Bretagna, che tuttavia, a mio avviso, prima o poi rientrerà nel suo naturale alveo). Un Paese con la nostra storia, la nostra capacità imprenditoriale, la nostra consistenza economica, territoriale e demografica non può mancare all’Europa se non a rischio che essa stessa si sfaldi del tutto e i singoli Paesi diventino facile preda di altre realtà: Cina, USA, Russia ecc. (pur dovendosi riconoscere che ha vita grama. così frammentata e percorsa da contraddizioni interne, com’è. Essa deve cambiare e ben comprendere che non può farne a meno, per poter avere un futuro e dare un futuro alla next generation).

Parimenti non possiamo nasconderci che ci sono, nella nascita di questo Governo, lati oscuri, misteriosi, che rimandano il nostro pensiero a grandi organizzazioni più o meno segrete, quali, ad esempio, in Europa e nel Mondo, la Massoneria, il Gruppo Bilderberg, e così via (del resto che cosa fu la Carboneria nella nostra Penisola, all’inizio del XIX secolo?).

Mi sembra abbastanza evidente che un’operazione così complessa non può essere portata a termine da una sola persona, anche se col patrocinio della più alta carica dello Stato (che ha dovuto, comunque, ottenere, o forse, in cooperazione fin dall’inizio); operazione consistita in una crisi di Governo della portata che abbiamo vissuto, in piena pandemia, con conseguente caduta del Governo stesso, per giungere alla nomina di un mostro sacro come Mario Draghi, e così varare un Governo che ha l'adesione quasi unanime del Parlamento.

Ad ogni modo, abbiamo oggi il Governo della Repubblica, che davvero può rappresentare la salvezza dell’Italia, presieduto da Mario Draghi, con dei compiti ben precisi i cui binari portanti sono:

combattere efficacemente la pandemia, soprattutto facendo in modo che possa essere vaccinata l’intera popolazione italiana e dei residenti in Italia, in tempi quanto più possibile brevi;

provocare la rinascita dell’economia, dando impulso alle Imprese e alla sostenibilità dello sviluppo, e riuscendo ad ottenere il pieno adempimento, in tutti i suoi aspetti, del recovery fund;

dare l’avvio alla stagione delle riforme serie e di lunga durata, in tutti i settori della vita pubblica italiana, dalla Giustizia, al Fisco, alla lotta alla Criminalità organizzata, allo snellimento della Burocrazia, ecc.;

consolidare in modo definitivo e convinto la partecipazione dell’Italia all’Unione Europea.

Questo Governo riuscirà certamente a tirare fuori l’Italia da molti degli atavici e complicatissimi problemi che l’assillano, e avviare la soluzione di altri.

Dopodiché dovrà necessariamente riprendere il suo percorso la VITA ORDINARIA del nostro Paese.

Che cosa troveremo allora?

Non credo proprio che sarà come riaccendere la luce dopo un black out e ritrovare tutto come era prima; sarebbe più calzante forse (quando vedremo questo giorno) l’esempio del ritorno delle luci del mattino. dopo un terremoto notturno, che permetta di fare un inventario dei danni e dei beni rimasti intatti o facilmente recuperabili.

Nella dinamica delle Forze Politiche, indispensabile per la vita e la salute di una Democrazia, potremmo trovare, secondo me, in Italia:

Una Destra e una Sinistra (mi sembra ormai obsoleta la dicitura “Centro-Destra e Centro-Sinistra”, frutto di preoccupazioni, mistificazioni e paure varie. Nella pubblicistica moderna, in ogni parte del Mondo, è ormai generalmente acquisito che il “Centro” non è altro che un punto. Basta dire DESTRA e SINISTRA; si capisce dal contesto che cosa si intende) caratterizzate come segue:

La DESTRA dovrebbe essere riuscita, finalmente, a portare a compimento il suo processo di MATURAZIONE, nel senso EUROPEISTA e DEMOCRATICO, sia pure in chiave conservatrice, liberandosi, così, dal cancro del Fascismo, e affiancandosi ad omologhe formazioni in Europa.

Sarà certamente una DESTRA forte e proponibile come idonea a stare al Governo, in ALTERNANZA con la SINISTRA (la logica dell’ALTERNANZA è indispensabile per il benessere delle future generazioni, come dimostrano le BRUTTURE esistenti dove per lunghissimo tempo governa una SOLA COMPAGINE CONSOLIDATA). Per quanto riguarda la mia personale collocazione, mi ritengo vicino alla SINISTRA; ferma restando la LIBERTA’ dei cittadini di cambiare le proprie idee come e quando vogliono, che rivendico come IDENTITA’ e CARATTERE, irrinunziabili, della DEMOCRAZIA.

Il SOVRANISMO e l’AUTORITARISMO rimarranno isolati nelle teste di una Meloni e i vari seguaci, che avranno l’unico merito di DIMOSTRARE che in Italia (come in altri Paesi civili e democratici dove non mancano le sacche di ignoranza e presunzione) esiste la Democrazia ed è solida, giacché essa può permettersi di interagire dialetticamente, e a cielo aperto, con le incrostazioni di fascismo, mentre non è vero il contrario:

i regimi di impronta fascista o più generalmente, totalitari, non possono tollerare dentro di sé la presenza della democrazia, in quanto essa non è assoggettabile con la forza perché sono più potenti le sue idee, tantomeno con una inesistente ideologia contraria; quindi metterebbe fortemente in discussione la sopravvivenza stessa del regime.

 

La SINISTRA dovrebbe essere almeno altrettanto forte, perché ci sia un sano BILANCIAMENTO, sia pure nella sua naturale forma di costellazione di diversità di pensiero.

A tale scopo, credo sia ormai INDISPENSABILE e URGENTE un CONGRESSO del PD (in qualità, a larghe linee, di portavoce di un SENTIMENTO di SINISTRA) che abbia un senso assolutamente diverso rispetto al passato, che abbia un carattere FONDANTE, un nuovo SPIRITO, un cambiamento RADICALE del modo di pensare e anche di vivere della SINISTRA MODERNA, ormai distaccata definitivamente dal vecchio PC.

Occorre l'acquisizione di tutte le esperienze INTERNAZIONALI, provenienti anche dall'ARTE, dalla SCIENZA, dalla LETTERATURA, oltre che la dimostrazione e convinzione di FERMEZZA, per quanto riguarda i progressi e i diritti e doveri del mondo del LAVORO, dei GIOVANI, delle DONNE, degli OMOSESSUALI e TRANSESSUALI, delle varie ETNIE, la definitiva collocazione del PENSIERO PROGRESSISTA, non solo nell’EUROPEISMO, ma, soprattutto, nel COSMOPOLITISMO, come FUTURO dell'Umanità.

Se non ci saranno, accanto ad altre idee e prospettazioni, questi i motivi ispiratori, temo proprio che ci saranno seri rischi di consegnare l'ITALIA che, bene o male, è riuscita a barcamenarsi negli ultimi 30/40 ANNI, in modo ben difficilmente e molto dolorosamente ribaltabile, al FASCIO e alla MAFIA.

E credo che questo a NESSUNO possa fare piacere.

Ciò non deve ASSOLUTAMENTE ACCADERE.

Perquanto riguarda la LEADERSHIP (mi riferisco, in particolare, alla SINISTRA, come ho premesso), pur ritenendo assimilabile ad un dettato “biblico” il concetto di PUBBLICA OPINIONE, come elaborato nel tempo, dai Paesi che hanno fatto dei valori della Democrazia il loro FARO irrinunziabile, ed espresso in modo chiaro e puntuale soprattutto dal grande pensatore e sociologo tedesco Jürgen Habermas, nel senso di attenzione alle idee, alle tendenze, ai progetti, ai programmi di una certa area di pensiero e di azione, piuttosto che alle persone che dovrebbero essere elette o collocate nei ruoli necessari per lo svolgimento della vita politica, non vorrei sottrarmi a dire la mia in proposito.

Secondo me, il mite e troppo politically correct Zingaretti, ha fatto il suo tempo; e dovrebbe ora avere la coscienza e la buona volontà di fare un passo indietro.

Chi potrebbe prendere il suo posto?

Sarà il CONGRESSO a dirlo, sperabilmente in modo convincente e condivisibile.

Non saprei chi menzionare; magari sarebbe “papabile” qualcuno che non conosco.

Mi verrebbe da indicare il “vecchio” Bersani, se non fosse “di suo” fuori gioco.

Tanto per spiegami a modo mio:

è come se ci fosse un CLUB, lo definirei dei “bertani”, cioè quelli del tempo in cui Berta filava.

Tra i soci, troviamo certamente, il cristallizzato Prodi, un D’Alema, molti degli esponenti della Prima Repubblica, diciamo, e molti dei provenienti dal mondo del lavoro e dei sindacati, quali, ad esempio, i Landini, Camusso, e giornalisticamente parlando, la schiera dei pennivendoli di famiglia, ma non solo, c’è lo stesso Travaglio, pompiere già incendiario, e non manca, oltre alla decana Annunziata, la nostra Gruber che continua a parlarsi addosso e a farsi parlare addosso; altri personaggi vari, ma non voglio qui divagare. Ecco, ad esso io iscriverei d’ufficio, anche il buon Luigi.

Coloro che appartengono a questo club, e ce ne sono tanti, e nel dopo-COVID sarà molto più spiccata la loro presenza, sono TAGLIATI FUORI in partenza.

 

Immaginerei una donna, ce ne sono tante nel PD; non vengono, con l’attuale conduzione, per niente valorizzate, ma molte di loro sono davvero in gamba. Non mi sento di nominare nessuna, per non distribuire promozioni e penalizzazioni a caso, senza un criterio ponderato.

Qui non mi sento di andare oltre. Devo riconoscere la mia inadeguatezza e fare io un passo indietro.

L’unica cosa certa è che non può esimersi Zingaretti dal seguire questo esempio, e lasciare che abbia luogo l’apertura ai tempi nuovi.

 

Che ne sarà del QUALUNQUISMO interessa un po’ meno, a questo punto; certamente resterà, come in una stretta cabina telefonica, agganciato ai prefissi telefonici della stupidità e dell'ignoranza, come è giusto che sia.

Anche qui fa bella mostra di sé la Democrazia. Non possiamo che diffidare, per i motivi detti e che conosciamo, delle maggioranze oceaniche che non sono in grado di tollerare, dentro di sé, neanche una briciola di dissenso.

Molti esempi significativi di questo concetto fondamentale e della necessità di salvaguardare il delicato meccanismo sincronico della Democrazia, possiamo riscontrare in giro per il Mondo (e sono solo alcuni tra quelli che conosciamo):

 

Dispiace che in Spagna sia stato condannato per vilipendio della monarchia, il cantante RAP Pablo Hasél; Monarchia, occorre ricordare, lasciata in eredità alla Spagna, come strascico, dal deprimente regime franchista.

Non conosciamo compiutamente gli atti processuali, ma siamo comunque nell’ambito dei reati di opinione.

Massicce manifestazioni di popolo ci sono state contro questa decisione, a Madrid  e a Barcellona; inoltre 200 artisti, tra i quali il regista Pedro Almodovar e l'attore Javier Bardem, hanno firmato un manifesto di protesta, tanto da indurre il premier spagnolo, Pedro Sanchez a promettere una riforma del Codice Penale che non preveda il carcere per reati legati all’espressione del pensiero.

 

Lo studente egiziano Patrick Zaki, ormai da considerare, a tutti gli effetti, cittadino italiano, per la sua presenza e l’affetto da cui è circondato a Bologna, dove frequenta l’Università, e in altre città, è detenuto dal 7 febbraio 2020, in Egitto, senza processo, perché colpevole di pensarla in modo diverso da chi governa il suo Paese.

Il mondo intellettuale e culturale italiano è stato il primo a muoversi, in appoggio a Patrick, poi la Politica del nostro Paese e, attualmente, la Politica di tutto il Mondo Occidentale.

Non si può togliere la vita ad una persona solo perché pensa, né impedire ad un cervello di pensare, come fece la dittatura mussoliniana con Giacomo Matteotti e Antonio Gramsci.

 

In Birmania, regolari elezioni politiche che hanno decretato la vittoria schiacciante del partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, sono state frustrate da un Colpo di Stato militare, che si è impossessato del potere e represso con spargimento di sangue ogni protesta popolare; contro di esso hanno preso dura posizione tutti i Governi democratici del Mondo e il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Non si può accettare che la violenza e la forza delle armi sostituiscano la dialettica democratica.

 

Il giornalista saudita dissidente Jamal Khashoggi è stato ucciso nel Consolato dell’Arabia Saudita ad Istanbul, su mandato secondo le indagini, e le fonti più accreditate, del Principe ereditario saudita Mohammad bin Salman.

Tutto il Mondo civile ha severamente condannato tale crimine.

Il Presidente USA Biden ha protestato, a differenza di quanto avrebbe fatto il suo predecessore Trump, che, alla luce dei suoi precedenti comportamenti adesivi al trono dell’Arabia Saudita, avrebbe lasciato perdere, se non approvato.

Non si può tollerare l’imbavagliamento cruento, e anche non cruento, dell’informazione.

Qui però c’è un neo.

Joe Biden non ha spinto la sua condanna fino a coinvolgere la famiglia reale; tantomeno fino alle sanzioni.

Il nostro Mondo, ancora oggi, è soggetto al ricatto dei consumi e dei tempi; non può fare a meno dell’alleanza con l’Arabia Saudita e i Paesi forti dell’Islam, naviganti su un mare di petrolio, e considerati baluardo di difesa contro il terrorismo.

E così è stato per gran parte degli intellettuali, e delle personalità della politica, della cultura e dell’arte.

 

Anche l’oscura morte, nella Repubblica democratica del Congo, a seguito di un atto di guerriglia, dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo, che stavano svolgendo una missione del World Food Programme, patrocinata dall’ONU, si iscrive in questa tragica lista.

 

Per ritornare ora al tema qui in trattazione e alla nostra Italia, quella che, speriamo, possa rivelarsi presto la NUOVA ITALIA, in definitiva occorre un nuovo MANIFESTO dei TEMPI MODERNI.

A tal proposito, non può farsi a meno di rilevare che le forze DEMOCRATICHE, CIVILI e PROGRESSISTE sono fortemente in RITARDO.

 

Forio 1.3.2021                                                   Alberto Liguoro